Il presidente del consiglio Mario Monti due giorni fa e’ tornato in Israele assieme a ben sei ministri (tra i quali i responsabili della Difesa, Esteri e Giustizia), per il terzo vertice intergovernativo tra Italia e Israele, il primo da quando è capo del governo. E’ un summit che conferma le relazioni sempre più strette tra i vertici di Italia e Israele e durante il quale si è parlato dei temi più rognosi dell’agenda mediorientale, come guerra civile in Siria e minacce di guerra all’Iran. Ma si è discusso anche dei rapporti economici e militari tra i due paesi. Il vertice peraltro avviene dopo la contestata vendita di aerei da addestramento militare dell’Aeremacchi (Alenia) all’aviazione militare di Israele – oggetto di una manifestazione di protesta a Varese il 3 ottobre scorso – un paese che formalmente è in stato di guerra con diversi Stati della regione e che usa i suoi cacciabombardieri per colpire la Striscia di Gaza. C’è stata la firma di una serie di accordi intergovernativi e l’agenda della giornata include incontri bilaterali tra i ministri italiani e i colleghi israeliani.
L’interscambio tra Italia e Israele è raddoppiato negli ultimi anni, passando da 2 a 4 miliardi di euro, confermando che l’Italia di Monti – come quella di Berlusconi – rimane il miglior partner di Israele in Europa.
Ma anche l’Unione Europea ci sta mettendo del suo per rafforzare la rete di complicità con uno Stato militarista, colonialista e, stando agli ultimi sondaggi, razzista come Israele. Lunedì scorso con 379 voti a favore, 240 contrari e 41 astensioni il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva il Protocollo degli Accordi Euro-Mediterranei relativo a Israele, meglio noto come ACAA. L’accordo consentirà, con effetto immediato, la libera circolazione dei prodotti industriali farmaceutici israeliani sul mercato europeo senza che siano necessari quei controlli di qualità e conformità generalmente richiesti ai paesi non-membri. E che in futuro si annuncia sarà ampliato anche al settore cosmetico e a quello dei giocattoli per bambini.
La firma dell’accordo Ue-Israele non è stato semplice per le sacrosante obiezioni sulla sua legittimità. Nella Commissione per il Commercio Internazionale lo scorso 18 settembre, l’accordo era passato con due soli voti di scarto. Prima ancora, nel 2009, durante l’offensiva israeliana “Piombo Fuso” su Gaza; poi ancora nel 2010, quando il governo Netanyahu non aveva rinnovato il congelamento (temporaneo) delle colonie illegali nei Territori Palestinesi Occupati, la firma dell’accordo era stata sospesa. Una precauzione d’obbligo visto che in base alla legge, si impone all’UE di non stipulare convenzioni con stati terzi laddove sia riscontrabile una violazione della legalità internazionale o dei diritti umani. Ma un arresto di facciata, se è vero che sul campo, dal 2009, non è cambiato niente. Tant’è che mentre il Parlamento si pronunciava, Gaza veniva nuovamente bombardata dalle forze armate israeliane e alla Knesset veniva presentato un piano urbano per l’ampliamento della colonia di Gilo, tra Betlemme e Gerusalemme, quella in cui risiede l’on.Fiamma Nirestein quando va a vivere in Israele.
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