Nuovo caso di incredibile censura in Grecia. Questa volta a farne le spese sono stati due giornalisti – Kostas Arvanitis e Marilena Katsimi – sospesi in tronco dalla tv ellenica Ert/Net (Televisione Pubblica Greca) per aver osato parlare durante la loro trasmissione delle accuse rivolte alla Polizia da una quindicina di manifestanti antifascisti. Che, in un’intervista al quotidiano britannico ‘The Guardian’, avevano denunciato di essere stati torturati e minacciati all’interno di un commissariato di Atene dopo essere stati arrestati mentre manifestavano contro le continue aggressioni contro gli immigrati delle squadracce neonaziste di Chrisy Avghi. Aver dato voce alle denunce dei torturati e aver conseguentemente criticato l’operato del Ministro della Protezione del Cittadino (!) Nikos Dendias è costato molto caro ai due conduttori del programma “L’informazione della mattina” immediatamente rimossi dalla direzione del canale tv pubblico. Una rappresaglia lampo quella contro i due cronisti che hanno evidentemente toccato un nervo scoperto.
Scriveva ieri pomeriggio Kostas Arvanitis sul suo blog: “Abbiamo appena appreso che il direttore generale del settore informazione della ERT ha deciso di rimuovere me e Marilena Katsimi dal programma con effetto immediato”. L’appena nominato direttore della ERT, Aimilios Liatsos, non ha avuto neanche il fegato di annunciare direttamente ai due giornalisti la rappresaglia nei loro confronti. Poi però in una dichiarazione pubblica Liatsos ha accusato Arvanitis e Katsimi di aver aver violato il Codice Etico dei giornalisti per giustificare la loro sospensione.
Ma la verità, ormai evidente a molti, è che al Ministro Dendias non è andato proprio giù che i due abbiano informato i telespettatori che il suo dicastero ha intenzione non di indagare sull’operato dei propri uomini, ma di citare in giudizio nientemeno che il Guardian di Londra, ‘colpevole’ di aver amplificato le denunce dei giovani antifascisti torturati e per ‘aver diffamato la democrazia ellenica’. Citazione in giudizio che però, a molte settimane dalla pubblicazione del reportage da parte del giornale britannico, non è ancora avvenuta. Forse perché – hanno azzardato i due cronisti – gli esami condotti sui corpi degli arrestati da alcuni medici “mostrano davvero i crimini commessi dai poliziotti contro di loro”. Eppure, hanno continuato i due “il signor Dendias non ha alcuna intenzione di dimettersi”.
L’ultimo caso di censura, che ha già scatenato un coro di accuse e polemiche nei confronti della gestione autoritaria e di parte del servizio pubblico, è arrivato solo un giorno dopo l’arresto del giornalista Kostas Vaxevanis, colpevole di aver pubblicato sulla sua rivista “Hot Doc” un elenco di 2059 possibili grandi evasori mai perseguiti dalle autorità di Atene.
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Stamatis Kyriakakis
STORIE Di CENSURA E INTRIGHI NEI MEDIA IN GRECIA !!!
C’ e’ una storia: Un giornale straniero scrive accuse di tortura in questura Greca. Il ministro del Ordine Publico del paese, senza essersi assicurato che fossero vere queste accuse, come doveva, e senza chiedere l’intervento dell’autorità giudiziaria, come avrebbe dovuto fare, va alla Camera e giudica da se le accuse screditandole . Dichiara che non hanno mai avuto luogo torture di persone, e rimprovera chi chiede di esaminare la questione.
Pochi giorni dopo il rapporto della perizia medica, dice che ci sono state torture, allora sbugiarda sia il ministro, come il rapporto dei torturatori della polizia, sicuramente nascosto. Il rapporto della perizia giunge alla conclusione che la tortura è effettivamente accaduta. I media locali seppelliscono la questione, come hanno fatto fin dal principio. Il ministro supportato dalle esperienze di omertà che ha, non chiede scusa, non si arrende, non ha nemmeno la sensibilità di chiedere di iniziare un’indagine immediata, di ciò che accade sotto il suo naso, se è davvero così “innocente”. Il governo fa lo stesso. Il Primo ministro preferisce parlare in pubblico dei motivi di “contorno”, destra fascista, sinistra comunista ultra, della sua democrazia e patriottismo, mentre tollera,nella migliore delle ipotesi, la giunta dalla tortura che si sviluppa all’interno dello Stato.
Due giornalisti,della televisione pubblica, commentando la questione, si chiedono come può il ministro arrivare alle conclusioni, se si era espresso prima di un accertamento, il quale avrebbe confermato, che non è mai avvenuta tortura. Poche ore dopo, lo spettacolo è stato “tagliato” dalla televisione pubblica e molto probabilmente i due saranno licenziati dalla “azienda”.
Non si tratta di un paese nel Caucaso, di quelli i cui presidenti non sono cambiati negli ultimi venti anni, né un paese del Medio Oriente o un paese in Africa. Questa è la Grecia dei protocolli del EU e FMI, d’intervento dei fascisti, della giunta nascosta, della “guerra agli estremi ” che guarda caso, gli estremi sono solo uno… la sinistra!!!.
Da decenni si sta costruendo dell’ autoritarismo, si imbavaglia, si fa campagna di disinformazione e il silenzio e di offuscamento. Non ci servono tante analisi di come si fa questo. Basta leggere, per esempio, le analisi dell’ ambasciata degli Stati Uniti sul ruolo che svolgono I Media in Grecia, come strumenti per promuovere interessi economici. Molti di loro hanno anche voce nei Media, altri no. Internet ha ancora delle isole di dignità. Ma ci sono migliaia di blog, esorbitanti e in sovraccarico, che cercano coscientemente di portare confusione. Basta ricordare quante volte è stato abbagliato il pubblico da professionisti “opinion leader” e dal cosi detto “ragione politicamente corretto”. E, naturalmente, dove hanno portato il paese i sopradetti. Come si sono “viste” inefficienti le persone che sono sostenute dal comitato direttivo della televisione, nella crisi quando il paese aveva bisogno di persone all’ altezza della situazione. Come sembrano volgari e piccoli oggi, i pappagalli televisivi.
La crisi nel settore del giornalismo è stata etica, giornalistica, prima di diventare economica. Sia in centro che in periferia. La crisi economica ha fatto si che tutti i giornali facessero cartello, a non attaccarsi tra loro e neanche a parlare male del sistema. Licenziamenti a giornalisti che non piacciono all’ uomo d’affari proprietario della testata e l’ intervento nel lavoro giornalistico è diventato ancora più forte e “obbligatorio”.
Tutto questo è piuttosto noto in Grecia. Ma il taglio della trasmissione di Katsimi-Arvanitis è un altro punto di svolta. In primo luogo, perché non c’ è la minima scusa legale per essere fatto. Semplicemente sono stati allontanati perche non piacevano al ministro, al governo e alla amministrazione di ERT che e stata nominata da poco da questo governo.
A questo intervento di togliere chi da fastidio segue quello di un giornalista di ET3 (pubblico canale 3 con sede a Salonicco) che ha osato fare riferimento alle proteste civile del 26 ottobre. L’oscenità della censura svolge un ruolo educativo. Non ci sarà più modo inequivocabilmente di tollerare anche il minimo accenno, a fatti antigovernativi.
In secondo luogo, perché questo non è solo un caso di censura di partito, ma del sistema. Non devono essere d’ora in poi considerate, le opinioni, i fatti degli altri, le mobilitazioni, non devono essere viste e sapute da nessuno. Non ci deve essere nessuna isola di “altra” informazione. Né la stampa tradizionale ne i supporti elettronici, o su Internet, né di arte, o di intelletto. Livellamento dell’informazione. E questo si otterrà’ a volte con licenziamenti e la violenza, a volte con la diffamazione oppure con coinvolgimenti giudiziari.
In terzo luogo, perché questo succede nella televisione pubblica,che ha fatto alcuni passi positivi negli ultimi anni, e allora bisogna riportarla dove era!!
Quarto, e sulla base di quanto sopra, poiché il pieno controllo della stampa è ancora una scelta critica in direzione del autoritarismo, attraverso l’ avvelenamento con l’ aumento della dose. E cosi ci siamo abituati a tafferugli che avvengono come a spettacoli che non piacciono ai fascisti della “alba d’ oro” oppure torture, che nessuno dovrebbe essere perseguito, oppure l’esercito fa crescente presenza nelle vie della città,oppure la giustizia selettiva opera ,in modo che non vi sia alcun forum pubblico per chi sta dicendo ciò che non è necessario per il sistema governativo del paese.
Mi sembra che non siamo stati consapevoli del fatto che la stampa e la pubblicazione elettronica è un’arma potente nelle mani del sistema. L’effetto di correlazione del potere non si riflette nella stampa, si crea, e in gran parte, attraverso la stampa.
Voi direte, come ci difendiamo da tutto ciò? , dipende solo dalla questione Arvaniti-Katsimi? La risposta è no. Non solo. Ma anche da questa questione. Le deviazioni non succedono mai così improvvisamente come la maggior parte pensa. Si costruiscono lentamente. Con piccole manifestazioni apparentemente inutili. La grande botta, il catalizzatore viene eseguito una sera, dopo di che la nostra vita è cambia. Perché non abbiamo visto il filo che collega i singoli eventi.
Tutto questo sembra per i popoli del Mediterraneo, abbastanza lontano, e forse anche questa storia non interessa. Bisogna però pensare che come si sa, la Grecia, e il formaggio, nella trappola, perche dopo che riusciranno a far passare tutti i tagli agli stipendi, pensioni, negozi non esiteranno a continuare a farli passare anche negli altri paesi del Mediterraneo. Tutto sommato la crisi si sa che non e’ affare Greco ma un problema che tocca tutta l’ Europa del Sud. Gli Stati del Nord hanno deciso di fare lavorare il Sud come la Cina. Questo e’ il grande problema che i popoli del Sud hanno l’ obbligo di fermare immediatamente. Se no, nei prossimi anni vedremo cose che forse non abbiamo neanche sognato. Forse e’ ora che la SINISTRA veda con maggiore impegno le sue responsabilità’. Forse e’ l’ ultima volta, che potrà fare vedere, che e’ una forza responsabile, che in questi tempi difficili, che ha la forza di trovare la sua UNITA E VOLONTA, di portare la nave su un porto sicuro!!!
jangaderop
solidarietà ai giornalisti antifascisti
credo che se ci abituiamo a questo genere di cose siamo fregati
credo che i giornalisti europei a cominciare da quelli del guardian debbano protestare insieme a tutta l’opinione pubblica
e credo che “noi comunisti” dovremmo avere la capacità di fomentare questa indignazione