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La troika ricatta Atene: “obbedite o niente prestito”

Secondo le fonti, tra i creditori ci sarebbe “una generale insoddisfazione per i progressi della Grecia nella riforma della pubblica amministrazione, in campi come l’esazione fiscale e la sanità”. Dopo l’inconcludente incontro di ieri, la ‘troika’ e il governo ellenico si confronteranno di nuovo venerdì, nell’auspicio di sbloccare la situazione prima dell’Eurogruppo previsto lunedì prossimo, che avrà in agenda proprio la crisi greca, tornata ad aggravarsi dopo l’uscita dall’esecutivo di un partito di sinistra moderata, in seguito alla complessa vicenda della riduzione del personale della tv pubblica Ert. “E’ una trattativa molto difficile”, ha spiegato in forma riservata uno dei negoziatori di Atene, “stiamo accelerando in modo da chiudere il prima possibile più questioni possibili”. Secondo la stampa ellenica, la ‘troika’ avrebbe minacciato di versare la nuova rata del prestito in tre rate mensili invece che in un’unica soluzione se la Grecia non fornirà risposte soddisfacenti. Il che, tradotto in un linguaggio comprensibile, equivale a 150 mila licenziamenti nel settore pubblico entro il 2014, l’abbassamento del salario minimo a 350 euro mensili, la svendita e la privatizzazione di praticamente tutto il patrimonio pubblico dei greci. Il governo di Antonis Samaras sta tentando di accontentare le richieste di Bce, UE e Fmi, ma con molte difficoltà. Come quando ha deciso la chiusura della Tv di Stato Ert che però ha causato la crisi di governo e grandi manifestazioni. Che ora potrebbero ripetersi dopo l’annuncio della possibilità da parte dell’esecutivo di chiudere una decina di ospedali in tutto il paese, di cui 4 solo ad Atene.

Il ministro delle Finanze Yannis Stournaras, nel suo primo incontro con i rappresentanti dei creditori internazionali, ha illustrato le proposte del suo dicastero riguardo le tasse sugli immobili che dovranno essere pagate in cinque rate e non in quattro come chiedevano inizialmente i tre funzionari della troika, mentre resta ancora da decidere il sistema di pagamento, ovvero se saranno ancora pagate tramite la bolletta dell’elettricità oppure no. Lo spinoso problema dei licenziamenti nel settore pubblico é stato invece affrontato ieri sera in una riunione dei rappresentanti della troika con il ministro della Riforma Amministrativa Kyriakos Mitsotakis, durante la quale si é parlato dei primi licenziamenti che riguardano 4.000 dipendenti pubblici e la messa in mobilità (anticamera del licenziamento) di altri 25.500 statali entro la fine del 2013. Il ministro avrebbe spiegato ai suoi interlocutori che dei 4.000 dipendenti da licenziare entro la fine dell’anno i primi 2.656 verranno dalla chiusura della televisione pubblica Ert e di conseguenza ne restano ancora da licenziare 1.400, mentre per quanto riguarda gli altri 25.500, Mitsotakis chiederà un proroga sino alla fine di settembre per almeno una meta’ di essi.

Stamattina intanto la Federazione degli Insegnanti delle Scuole Medie e Superiori (Olme) greca ha indetto una manifestazione davanti al ministero della Riforma Amministrativa ad Atene in segno di protesta contro la politica del governo nel settore della pubblica istruzione. ”Nessuna cassa integrazione, nessun trasferimento obbligatorio, nessun licenziamento sarà accettato e sarà motivo di Guerra”, si legge in un comunicato diffuso dalla Olme.

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