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Slovenia: l’austerity non si tocca, vietati referendum su banche e privatizzazioni

La Corte costituzionale slovena ha deciso oggi di vietare i referendum che miravano ad abrogare due leggi che fanno parte del cosiddetto “pacchetto anti-crisi” del governo conservatore di Janez Jansa, quelle sul risanamento delle maggiori banche (alla quale il governo ha già regalato ingenti finanziamenti pubblici) e sulla gestione unificata delle aziende pubbliche (che comporterà tagli e licenziamenti). A parere del massimo organo legislativo del paese i referendum in questione “potrebbero avere conseguenze anticostituzionali”. 
I due quesiti erano stati promossi dai deputati del partito Slovenia Positiva (maggiore formazione dell’opposizione di centro-sinistra), guidato dal sindaco di Lubiana Zoran Jankovic, secondo cui le due leggi non gioverebbero affatto alla ripresa dell’economia slovena e invece aprirebbero le porte a una veloce privatizzazione di molte società pubbliche di importanza strategica per lo sviluppo del Paese.
La legge sul risanamento delle banche, che dopo il pronunciamento di oggi della Corte costituzionale potrà entrare subito in vigore, prevede invece l’istituzione di una ”banca debole” pubblica, una bad bank che si addosserebbe i crediti inesigibili e altre ”proprietà finanziarie tossiche” delle maggiori banche commerciali del Paese. Tutto ciò naturalmente a spese dei contribuenti. Ed in attesa della completa privatizzazione delle banche pubbliche ancora esistenti, annunciata per il 2013.
Ma il governo di destra di Jansa non è ancora soddisfatto per aver ottenuto un no della Corte Suprema all’esercizio di democrazia del popolo sloveno. Il premier ha detto che intende chiedere alla Corte il parere sulla possibile anticostituzionalità di un terzo referendum, promosso questa volta dai sindacati, contro la legge di bilancio per il 2013 e il 2014. I sindacati si oppongono agli ulteriori tagli degli stipendi dei dipendenti pubblici, previsti nei bilanci per i prossimi due anni, e per fermarli hanno avviato una raccolta di firme per indire il referendum abrogativo. Chi sa se almeno questo la ‘democratica’ Slovenia glie lo lascerà fare…

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