Una folla straripante, di almeno 200mila palestinesi, ha invaso oggi piazza Saraya, nel centro di Gaza city, e tutte le strade vicine, per partecipare alle celebrazioni del 48.mo anniversario della fondazione di al-Fatah. E’ stata una importante dimostrazione di forza per il movimento fondato da Yasser Arafat (scomparso nel 2004) e ora guidato da Mahmud Abbas (Abu Mazen), in declino da diversi anni a vantaggio del movimento islamista Hamas. A ciò si aggiunge il fatto che Fatah ha potuto tenere una manifestazione del genere per la prima volta nel centro di Gaza da quando Hamas ne ha preso il controllo nel 2007.
La soddisfazione dei dirigenti di Fatah è stata rovinata in parte dalla rissa a ridosso del palco, con una trentina di feriti, tra i sostenitori di Abbas e quelli di Mohammed Dahlan, ex uomo forte a Gaza, caduto poi in disgrazia ed espulso circa un anno dal movimento. Nella piazza stracolma di gente non molti si sono resi conto dei tafferugli. Ma gli organizzatori hanno comunque ritenuto necessario mettere fine anzitempo alla manifestazione e invitato la folla a defluire.
Inoltre un giovane palestinese è morto folgorato mentre si trovava su un pilastro dell’ alta tensione dove era salito per issare una bandiera. Una morte che ha fatto molta impressione a Gaza.
Abbas oggi ha avuto toni concilianti nei confronti di Hamas. In un discorso televisivo da Ramallah rivolto alla folla riunita in piazza Saraya, il presidente palestinese si è detto convinto che le celebrazioni per l’anniversario di Fatah svolte liberamente apriranno la strada alla riconciliazione con Hamas. «Presto vi incontrerò a Gaza», ha promesso. «Gaza – ha aggiunto – è stato il primo territorio palestinese da cui sono stati espulsi l’occupazione e i coloni (israeliani). Noi eserciteremo sforzi per rimuovere il blocco alla Striscia. La vittoria è vicina, arriva».
Ottimismo eccessivo alla luce delle profonde differenze ideologiche e strategiche tra due movimenti. Fatah e Hamas però potrebbero trovare un terreno comune nelle prossime settimane quando, dopo le elezioni israeliane del 22 gennaio, nascerà il nuovo governo guidato da Benyamin Netanyahu che si prevede ancora più inflessibile e ultranazionalista di quello oggi in carica. I due movimenti potrebbero siglare un’intesa tattica, mettendo da parte i punti di contrasto più spinosi, allo scopo di opporre a Netanyahu e ai suoi alleati un fronte unito palestinese. Si tratta però solo di una ipotesi.
da Nena News
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