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Assalto all’impianto estrattivo occupato dagli islamisti in Algeria

Aggiornamenti, 18 gennaio:
Almeno 40 persone sarebbero ancora nelle mani dei “terroristi islamici”, dopo ore di combattimento per il blitz deciso dal governo algerino. Tra le vittime, sette stranieri: almeno due britannici, due giapponesi e un francese, ma ancora non si conosce la nazionalità delle altre vittime.

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L’impianto gestito dalla British Petroleum era stato occupato da almeno 15 membri di un commando – verosimilmente qaedista – proveniente con tutta probabilità dalla Libia consegnata alla bande grazia all’abbattimento di Gheddafi.
All’interno, centinaia di addetti, la maggior parte di cittadinanza algerina, ma anche alcune decine di tecnici stranieri. Secondo le motizie del primo pomeriggio di oggi, almeno 34 di loro sarebbero stati uccisi nell’attacco, oltre a un numero imprecisato di miliziani islamisti.
L’esercito algerino, dal canto suo, afferma di averne liberati quattro.
La situazione però sarebbe ancora di piena battaglia, tanto che sulle tv arabe si susseguono anche messaggi provenienti dagli islamisti, che evidentemente sono ancora attivi dentro lo stabilimento. Secondo l’agenzia di stampa della Mauritania sette ostaggi occidentali, tra cui due americani, sono ancora vivi dopo il blitz delle truppe speciali dell’esercito algerino.
Sembra abbastanza chiaro che questo attacco, così come l’uccisione dell’agente francese catturato dagli shebab in Somalia, sia un modo di “generalizzare” il conflitto dopo l’attacco francese in Mali.

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