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Inseguito dalla polizia, muore immigrato. Scontri e arresti ad Atene

Un altro immigrato morto, ad Atene, ieri sera. Ma questa volta non caduto sotto i colpi degli squadristi di Alba Dorata, bensì nel tentativo di fuggire ad una vera e propria caccia all’uomo intrapresa dalla polizia municipale della capitale ellenica.
La vittima è un venditore ambulante di 39 anni del Senegal, padre di due figli, morto dopo esser precipitato sulle linee del treno metropolitano nella stazione di Thissio mentre tentava di fuggire all’inseguimento di alcuni agenti. La sua morte, seppure ‘accidentale’, ha scatenato una ondata di indignazione e rabbia tra i colleghi della vittima che presto sono arrivati a centinaia sul luogo, insieme ad attivisti di sinistra e membri delle associazioni antirazziste.
Racconta un membro del “Movimento contro il razzismo e la minaccia fascista”: “La polizia municipale ha inseguito Bampakar Diaz anche quando l’ambulante era sul ponte della ferrovia e a quel punto l’uomo è caduto nel vuoto ed è morto. E’ stato un omicidio”.

Incredibilmente, la Polizia ha considerato quella in atto una manifestazione illegale e pericolosa, e gli agenti in tenuta antisommossa nel frattempo sopraggiunti hanno caricato i convenuti e contro di loro hanno utilizzato una gran quantità di gas lacrimogeni davanti alla stazione a poca distanza dalla centralissima piazza Monastiraki. Alcuni immigrati sono stati prelevati a forza, fatti salire sulle camionette e portati in questura per essere identificati. Secondo gli attivisti di un’associazione antirazzista sarebbero stati 5 gli arresti effettuati dai Mat, i reparti speciali.

“(In Grecia) esistono due realtà. Nel mondo virtuale delle leggi tutto va bene e tutti hanno dei diritti. Ma poi c’è il mondo reale, in cui si assiste ad ogni sorta di violazione”. A denunciarlo è Vladimir Tochilovsky, membro del Gruppo sulla Detenzione Arbitraria delle Nazioni Unite. Proprio in questi giorni due esperti di questa commissione che ha sede a Ginevra e alcuni tecnici del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu sono stati in Grecia per raccogliere prove e testimonianze sulle atroci condizioni di detenzione nelle carceri del paese commissariato dalla troika. La loro inchiesta ha toccato prigioni e commissariati ma anche centri d’internamento per immigrati e istituti psichiatrici. Il rapporto preliminare presentato alla stampa descrive un vero e proprio inferno dantesco, in particolare per quanto riguarda la sovrappopolazione delle strutture, che secondo Tochilovsky rinchiudono un numero di persone da due a tre volte superiore al massimo previsto. Per non parlare delle violazioni continue del diritto all’assistenza legale degli arrestati in attesa di processo. “La legge greca prevede l’assistenza legale gratuita per coloro che non se ne possano permettere una a pagamento, ma nei fatti questo diritto viene sistematicamente violato e quindi molti detenuti sono completamente privi di difesa legale”. Gli esperti dell’Onu hanno denunciato che molti detenuti, soprattutto immigrati, vengono rinchiusi per mesi nelle celle dei commissariati e non per le 24 ore che al massimo prevede la legge.

Il rapporto cita la maxioperazione Xenios Zeus realizzata nello scorso agosto contro migliaia di immigrati per ordine del governo, nel tentativo di recuperare consensi tra la popolazione indicando un capro espiatorio. E nel tentativo di additare gli stranieri, come fa di continuo la propaganda dei nazisti di Alba Dorata, come portatori di malattie e infezioni come l’Aids. Secondo i dati forniti dalla stessa polizia, i rastrellamenti iniziati ad agosto del 2012 non si sono mai fermati, e finora sarebbero quasi 75 mila gli immigrati fermati e arrestati. Dei quali però solo 4420 non erano in regola con i documenti.
E’ proprio all’interno di questa eterna, strumentale e razzista caccia all’uomo che ieri ad Atene ha perso la vita un lavoratore immigrato di 39 anni.

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