Gli hanno sparato quattro colpi di pistola sotto casa. Questa mattina è stato ucciso così a Tunisi Shokri Belaid, avvocato e segretario del Partito dei patrioti democratici. Belaid, negli anni della dittatura di Ben Alì, aveva difeso moltissimi prigionieri dei prigionieri politici perseguitati dal regime. Recentemente era stato nominato numero due del Fronte Popolare, la coalizione di 12 partiti e organizzazioni tra cui il Partito Comunista dei Lavoratori, i nazionaldemocratici, i nasseriani ed altre forze di sinistra. Che ora appaiono piuttosto allarmate – giustamente – dall’accaduto e temono che sia l’inizio di una escalation. Il fratello della vittima, Abdelmajid, ha accusato esplicitamente il partito islamico al potere, Ennahda, di essere il mandante dell’omicidio. ”Mio fratello é stato assassinato: sono disperato e addolorato. E della sua morte accuso Rached Ghannouchi (il capo di Ennahda, ndr), é lui l’assassino”.
Diverse formazioni politiche e sindacali di diverso orientamento politico puntano il dito contro la violenza del nuovo regime islamico ed in particolare contro la milizia agli ordini di Ennahda – la “Lega per la protezione della rivoluzione” – autrice di numerosi omicidi politici e aggressioni. Nei giorni scorsi in tutto il paese si sono verificati assalti e incendi alle sedi di numerosi movimenti di opposizione al governo.
“Shokri Belaid è stato ucciso oggi da quattro proiettili alla testa e al torace… i medici ci hanno detto che è morto. E’ un giorno triste per la Tunisia”, ha detto poco dopo l’agguato Ziad Lakhader, leader della coalizione del Fronte popolare.
La notizia dell’omicidio ha scatenato la rabbia di migliaia di persone che sono arrivate in avenue Bourghiba per protestare davanti al Ministero dell’Interno, guidato da Ali Laarayedh, anche lui esponente di Ennahda. I manifestanti gridano slogan contro il governo, chiedendo le dimissioni del primo ministro Hamadi Jebali, pure lui di Ennahda, e stigmatizzando l’ondata di violenze politiche che si sta registrando in Tunisia contro gli oppositori. Da parte sua l’Ugtt (Unione Generale dei Lavoratori Tunisini), il principale sindacato tunisino, ha annunciato la convocazione di uno sciopero di protesta.
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