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Tunisia: secondo giorno di rabbia e scontri dopo l’omicidio di Belaid

E’ tornata altissima man mano che la giornata trascorreva la tensione in tutta la Tunisia, dove per il secondo giorno consecutivo decine di migliaia di giovani, lavoratori e attivisti di sinistra sono scesi in piazza per esprimere la loro rabbia contro il regime islamista. Come ieri, alcune manifestazioni sono sfociate in scontri o in assalti alle sedi del partito Ennahda o di altre istituzioni.

E’ molto tesa la situazione nel centro di Tunisi dove da stamattina migliaia di persone sono in strada a protestare dopo l’omicidio, ieri, del dirigente comunista Chokri Belaid. In mattinata centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa erano stati schierati a difesa del Ministero degli Interni in avenue Bourguiba, ma con le ore il numero di manifestanti è aumentato e sono esplosi pesanti scontri. I manifestanti continuano a lanciare pietre contro le forze di sicurezza che rispondono con un fitto lancio di granate lacrimogene, molte delle quali vengono rispedite indietro dai giovanissimi col volto coperto. 
Tra i manifestanti anche molte ragazze, che urlano slogano contro il governo ed Ennahdha.
Le agenzie di stampa segnalano che un ragazzo dalla pelle scura, di una ventina d’anni, è stato arrestato nel pomeriggio a pochi metri dalla sede del Ministero dell’Interno, circondato da barriere metalliche e transenne di plastica per impedire a chi protesta di avvicinarsi. 

Anche a Monastir centinaia di persone sono scese in piazza per protestare contro l’uccisione di Chokri Belaid. La polizia ha realizzato fitti lanci di lacrimogeni e pesanti cariche anche con l’uso di grandi jeep lanciate contro i manifestanti. Teatro dei disordini il lungomare della città, che si trova a pochi chilometri da Sousse, nel sud della Tunisia. Anche a Monastir la maggior parte dei manifestanti sono giovanissimi. Alcuni hanno sfidato apertamente gli agenti.

La sede di Ennahda a Siliana è stata presa d’assalto ed incendiata oggi pomeriggio da una folla inferocita composta da migliaia di persone che hanno dapprima marciato attraversando il centro della città. 

Anche nella provincia di Gafsa si sono registrati scontri tra forze dell’ordine e manifestanti, che hanno assaltato la sede del governatorato lanciando bombe molotov. Un testimone riferisce che la sicurezza ha disperso la folla lanciando gas lacrimogeni. Secondo radio Mosaique, unico media a dare questa notizia, nei violenti scontri di questa mattina a Gafsa un ragazzo sarebbe rimasto ucciso.

Un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione negli uffici del governatorato di Jendouba, nella Tunisia nordoccidentale. Durante la protesta non si sono comunque registrati atti di violenza. I manifestanti hanno intonato slogan contro il governo di Hamadi Jebali ed hanno chiesto espressamente al governatore di allontanarsi, accusandolo di essere un ‘prodotto’ del potere di Ennahda. 

La polizia, schierata questa mattina a protezione del palazzo del Governatore a Sousse, ha lanciato delle granate lacrimogene per allontanare un migliaio di manifestanti che cercavano di avvicinarsi all’edificio. Ieri la polizia, secondo quanto riferito da alcuni manifestanti, ha usato delle pallottole di caucciù, molto pericolose e in grado di provocare gravi lesioni al volto.

Il ministero dell’Istruzione superiore di Tunisi ha annunciato in una nota che domani e sabato non si terranno corsi negli atenei, che rimarranno chiusi fino a lunedì. Domani in Tunisia si celebrerà una giornata di lutto nazionale in memoria di Chokri Belaid, in concomitanza con le esequie del dirigente comunista assassinato. Nonostante il tempo inclemente a migliaia hanno accompagnato il feretro di Chokri Belaid dall’ospedale Charles Nicolle – dove ieri é stata eseguita l’autopsia – all’abitazione dei genitori, a Djebel Jelloud, nella prima periferia sud di Tunisi. Domani il feretro, dopo la preghiera del pomeriggio, si muoverà dall’abitazione dei genitori per raggiungere il cimitero di Djellaz, il più importante della capitale.

E per domani l’Union Tunisienne Generale du Travail (Ugtt), principale sindacato tunisino con circa 500 mila iscritti, ha proclamato uno sciopero generale al quale hanno aderito anche altre associazioni professionali come quelle degli avvocati e dei giornalisti; un appello allo sciopero generale sempre per domani è stato lanciato anche dal Fronte Popolare, coalizione di partiti di sinistra del quale fa parte il partito di Belaid, i Patrioti Democratici. Intanto già oggi stanno incrociando le braccia avvocati e giudici tunisini, in una protesta a cui si sono uniti i docenti dell’università di Manouba, alle porte di Tunisi. 

Dopo la denuncia da parte di Nadia Daoud, una giornalista vicina di casa di Belaid, è stato arrestato l’autista di Chokri Belaid, accusato di aver parlato con uno dei componenti del commando che poco dopo ha assassinato il dirigente comunista. Secondo fonti giornalistiche l’autista avrebbe ricevuto una telefonata da un alto esponente del partito Nida Tounes, partito fondato il 20 aprile 2012 da Beji Caid Essebsi, considerato un nostalgico della dittatura di Ben Alì. Zied Tahri sarebbe ora sotto interrogatorio.

Un video, che sta girando sul web, mostra che già lo scorso anno Chokri Belaid era nel mirino degli integralisti islamici. Nel video, che risalirebbe alla scorsa estate, si vedono dei giovani ”barbus” (come vengono chiamati i salafiti) che, davanti alla moschea di Zarzis (nel sud dellaTunisia), insultano alcuni esponenti dell’opposizione laica. Soprattutto Belaid, minacciato di morte e sfidato ad andare a Zarzis. La città di recente ha acquistato la fama di roccaforte dell’islam piu’ duro, tanto che, nei giorni scorsi, ha ospitato, per un sermone, il predicatore kuwaitiano Nabil Al Awadhi, promotore del progetto per fare indossare il velo alle bambine.

Intanto si fa sempre più evidente e profonda la spaccatura all’interno del partito islamico Ennahda. Che oggi ha fatto sapere di non essere affatto d’accordo con l’annuncio dato ieri sera dal premier Hamadi Jebali – esponente degli islamisti – sullo scioglimento dell’attuale esecutivo tripartito e la formazione di un governo tecnico ad interim che porti il paese a rapide elezioni.
Il capo del gruppo parlamentare di Ennahda – che conta su 89 seggi rispetto ai 217 totali – ha spiegato che Jebali ha fatto il suo annuncio senza aver consultato “né la coalizione governativa né il movimento Ennahda”. Ancora più duri i giovani del partito: sulla pagina Facebook del Movimento giovanile sono state inserite una foto di Jebali in bianco e nero e un’altra a colori segnate con una croce rossa, a testimonianza della bocciatura dei giovani del partito riguardo la possibile formazione di un governo tecnico. ”Vattene Jebali, Ennahda resta al potere, il popolo ha scelto Ennahda e non Jebali”, hanno scritto i giovani. 

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