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Tunisia: è il giorno del dolore e della rabbia. La diretta

20.30 – Il ministero dell’Interno tunisino ha annunciato l’arresto di 230 persone negli scontri scoppiati oggi per i funerali a Tunisi del leader dell’opposizione assassinato, Chokri Belaid.

19.10 – Il segretario generale del partito Al-Joumhouri, all’opposizione, Ahmed Nejib Chebbi, è sfuggito ad un tentativo di aggressione oggi pomeriggio ad opera di un gruppo di salafiti. I ”barbus” hanno attaccato l’automobile con la quale l’uomo politico stava rientrando a casa, dopo avere partecipato ai funerali di Chokri Belaid. A difendere Chebbi sono stati gli uomini della sua scorta, che hanno impedito ai salafiti di forzare lo sportello dell’auto accanto al quale si trovava l’esponente di Al-Joumhouri. Non è la prima volta che Chebbi è fatto oggetto di aggressioni da parte di appartenenti alla corrente salafita.

18.30 – Un uomo politico tunisino, Ahmed Nejib Chebbi, il fondatore del Partito Democratico Progressista, sarebbe stato aggredito. La notizia è stata diffusa per ora senza ulteriori particolari dall’emittente Al Arabiya.

18.00 – Centinaia di migliaia di persone stanno lentamente defluendo dal cimitero dove quasi due ore fa si è concluso con un intervento di Hamma Hammami, segretario del Partito Comunista Operaio e portavoce del Fronte Popolare, il funerale di Chokri Belaid. La tensione rimane molto alta, con la gente che continua a gridare slogan contro gli islamisti e inneggia a una nuova rivoluzione. Il centro della città rimane pesantemente militarizzato e nel corso del pomeriggio alcuni mediattivisti indipendenti hanno più volte raccontato di scontri, seppur sporadici, tra manifestanti ed elementi dei servizi di sicurezza che controllano viale Bourguiba e proteggono le sedi governative.

17.00 – Sta crescendo di minuto in minuto la partecipazione popolare ai funerali del dirigente comunista assassinato mercoledì. Secondo lo stesso ministero degli Interni di Tunisi e varie fonti giornalistiche sarebbero ormai un milione e quattrocentomila le persone in strada nelle zone della capitale dove sorge il cimitero di Djellaz, una cifra enorme se si considera che la popolazione dell’intera Tunisia non supera i 10 milioni di abitanti. Tra i partecipanti, numerosi esponenti politici (ma nessuno degli uomini di spicco di Ennahda) e la vedova di Belaid, Besma, che ha innalzato le due dita in segno di vittoria quando, a più riprese, si e’ levato dai dimostranti il grido: “Il popolo vuole un’altra rivoluzione”.

16.50 – Il corpo del leader dell’opposizione tunisino assassinato due giorni fa, Chokri Belaid, è stato inumato poco dopo le 16 al cimitero di El Jellaz a Tunisi. Nel momento in cui la salma è stata calata nella terra, decine di migliaia di persone hanno gridato “Allah Akbar” (Dio è grande) prima di intonare l’inno nazionale e di recitare la fatiha, il primo versetto del Corano. Hamma Hammami, segretario del Partito Comunista Operaio e portavoce del Fronte popolare, la coalizione di partiti di sinistra e di estrema sinistra alla quale apparteneva il defunto, ha in seguito pronunciato una orazione funebre. Successivamente è stato osservato un minuto di silenzio.

16.40 – Decine di sostenitori di Ennahda stanno confluendo verso la sede del partito, nel quartiere di Montplaisir, temendo che possa essere attaccata dai dimostranti scesi in piazza dopo l’uccisione di Chokri Belaid.

16.20 – Sarebbero un milione le persone in strada nei quartieri di Tunisi dove si stanno svolgendo le esequie di Chokri Belaid. La stima, secondo Nessma Tv, è del ministero dell’Interno tunisino (controllato dagli islamisti di Ennahda).


15.45 – Sono alcune decine di migliaia le persone che si trovano, in queste ore nel cimitero di Djellaz e che, cercando di avvicinarsi quanto più possibile al feretro, lo hanno di fatto bloccato. Molti di loro gridano slogan, altri, con le dita, fanno il segno della vittoria. Uomini dell’esercito stanno tentando di aprire la strada al camion scoperto con la bara di Belaid per fargli raggiungere la zona dell’inumazione, ma la gente continua ad arrivare creando un muro umano davanti all’automezzo. Altre migliaia di persone si sono radunate direttamente nel luogo dove sarà inumata la salma.

14.35 –  Il posto di Polizia di Hammam-Lif (una municipalità del governatorato di Ben Arous, a poca distanza da Tunisi) è stato attaccato questa mattina da un gruppo di persone che ha tentato di incendiarlo. Le forze di polizia, intervenute in modo massiccio, hanno sventato l’assalto. Secondo alcuni testimoni la Polizia ha anche sparato per respingere l’attacco.

14.30 – Il palazzo del governatore di Jendouba è stato preso d’assalto, questa mattina, da centinaia di persone, anche se gli organizzatori della manifestazione, che doveva essere pacifica, hanno tentato in tutti i modi di impedire che la folla facesse irruzione. In punti diversi della città sono segnalati scontri tra manifestanti e polizia, con sassaiole e lancio di lacrimogeni.

14.05
– La polizia ha lanciato dei gas lacrimogeni su decine di manifestanti nel centro di Tunisi e su dei dimostranti nei pressi del cimitero dove fra breve sarà sepolto il leader dell’opposizione laica Chokri Belaid. Dei gruppi di dimostranti hanno attacco delle auto di fronte al cimitero e la polizia li ha dispersi con i lacrimogeni provocando un breve momento di panico. Gli agenti sono anche intervenuti con manganelli e lacrimogeni contro dei giovani manifestanti che gridavano “vattene, vattene” sull’avenue Habib Burguiba. Decine di migliaia di persone stanno assistendo alle esequie, secondo dei media tunisini fra cui l’emittente privata Nessma TV. Il cimitero, il suo quartiere e la sua moschea erano sovraffollate.

13.55
– Violenti scontri sono scoppiati a Sousse, dove forze di sicurezza e manifestanti si stanno affrontando duramente nelle strade del centro. La polizia sta facendo uso massiccio di gas lacrimogeno e, riferisce il sito Tunisie Numerique, diverse persone sono state portate in ospedale perche’ intossicate dal fumo delle granate.

13.40 – “E’ un segno molto importante il fatto che il luogo di partenza del corteo funebre di Chokri Belaid sia la Casa della Cultura”. Lo ha detto a ‘Fides’, agenzia stampa di Propaganda fide, padre Jawad Alamat, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie dellaTunisia. “Chokri Belaid era un uomo di cultura ed una persona aperta alle opinioni diverse dalla propria”, dice il sacerdote. “Sotto il regime di Ben Ali ha preso le difese anche delle persone con le quali non era d’accordo, persino di alcuni salafiti, in nome della difesa della libertà di espressione per tutti”. “I mass media tunisini – prosegue padre Jawad – hanno descritto la vittima come una persona vicina all’anima della gente, che vive in una casa in affitto, e non ha approfittato della sua professione di avvocato e del suo impegno politico per arricchirsi. Tunisi è paralizzata dallo sciopero generale. Tutti i negozi sono chiusi ad eccezione delle farmacie e delle panetterie. Speriamo che il sacrificio di Chokri Belaid segni una svolta positiva per la Tunisia, che vi sia ‘un prima e un dopo 6 febbraio’ e che non rimanga solo il ricordo di questi giorni di dolore”, conclude il sacerdote.

13.35 – Migliaia di bandiere al vento e sotto la pioggia hanno punteggiato il tragitto che il feretro di Chokri Belaid ha coperto per raggiungere il cimitero di Djellaz, dove, oggi pomeriggio, sarà inumata la salma. Ma le bandiere sono solo quelle nazionali: nessuna del Partito dei Patrioti democratici, di cui Belaid era il segretario generale, o dell’Ugtt, la centrale sindacale che, con lo sciopero generale di oggi, ha posto la sua forte impronta sulla giornata. Tanti comunque i cartelli che ricordano Balaid e contro Ennahda.

13.25 – L’esercito e la polizia hanno completamente blindato la città di Tunisi, in vista di possibili nuovi scontri dopo i funerali di Chokri Belaid. I mezzi blindati dell’esercito sono schierati sull’Avenue Bourguiba, a protezione dei palazzi governativi. La polizia in assetto antisommossa é presente in modo massiccio in tutti i punti nevralgici della capitale, con furgoni e blindati.

13.10 – La polizia ha fatto uso di granate lacrimogene a Gafsa per disperdere dei manifestanti. I manifestanti hanno lanciato contro le forze di sicurezza dei sassi e delle bottiglie incendiarie.

13.00 – Migliaia di persone (per quello che viene definita dalle radio locali come una manifestazione gigantesca) stanno attraversando le vie principali della città di Sfax per un funerale simbolico di Chokri Belaid. Le persone, che gridano slogan contro il governo ed Ennahda, seguono una bara vuota, sulla quale sono state posate la bandiera tunisina e una fotografia del dirigente comunista ucciso. La presenza delle forze di sicurezza è massiccia, c’è il timore di scontri perché i sostenitori di Ennahda hanno organizzato una contro-manifestazione. Problemi potrebbero arrivare quando i due cortei si lambiranno, probabilmente vicino alla grande moschea di Sfax, la Lakhmi, da tempo controllata dagli islamici più estremisti.

12.50 – Dai tweet di giornalisti e attivisti nella capitale tunisina si legge che nelle vie del quartiere dove sono in atto i funerali del dirigente comunista i cartelli pubblicitari sono stati sostituiti da fotografie del leader ucciso e “i muri sono pieni di disegni di baffi, in omaggio a Belaid”.

12.15 – Con una decisione di enorme valore simbolico perche’ sancisce il rango di ”martire” del Paese dell’esponente politico assassinato, la salma di Chokri Belaid é stata portata, dalla casa dei genitori, a Djebel Jelloud, al cimitero di Djellaz, a bordo di un camion scoperto dell’Esercito, sul cui pianale hanno preso posto uomini della polizia militare. Nel tragitto verso il cimitero, il camion é stato seguito da presso da una vettura sulla quale c’erano la moglie dell’esponente ucciso, Bassma, ed i figli. Dietro la macchina con i familiari, una lunga teorie di vetture. Tutto il tragitto percorso dal corte é stato controllato da due elicotteri dell’Esercito, che sono rimasti in volo anche dopo l’arrivo del feretro nel cimitero. (Ansa)

11.55 – Con una decisione giunta a sorpresa, i vertici locali e regionali di Siliana della “Lega per la protezione della Rivoluzione”, la milizia paramilitare di Ennahda dedita alle aggressioni agli avversari politici e all’imposizione dei precetti del fondamentalismo, hanno annunciato lo scioglimento dei due organismi. Lo scioglimento della milizia islamista è una delle richieste delle forze politiche e sindacali promotrici oggi dello sciopero generale che sta paralizzando il paese.

funeralebelaid11.40 –  Lo sciopero generale isola la Tunisia dal resto del mondo. Tutti i voli in partenza dalla Tunisia o diretti verso il paese sono stati annullati “per tutta la giornata di venerdì” comunica l’aeroporto di Tunisi precisando che la misura riguarda sia i voli interni sia quelli da e per l’estero. Nella capitale e nelle altre grandi città la stragrande maggioranza dei negozi sono chiusi, compresa la grande distribuzione che  non sempre, in passato, aveva aderito agli scioperi. Chiusi anche uffici, scuole, università. Gli ospedali garantiscono solo i servizi di urgenza. Ferma tutta la macchina della Giustizia. L’adesione allo sciopero generale é pressoché totale anche nei quartieri residenziali (come Le Lac) dove é forte la presenza di stranieri e che per questo in passato, avevano visto la maggior parte dei negozi restare aperta. (Foto di Amine Landoulsi, Ap/Lapresse)

11.30 – Il servizio d’ordine per le esequie di Chokri Belaid, in corso in questi momenti, e’ affidato all’Esercito. Decine di militari sono dispiegati nei luoghi dove si sono riuniti coloro che vogliono onorare il ricordo dell’uomo politico assassinato. Presenti anche alcune pattuglie della polizia militare, riconoscibili dalle bandoliere e dalla fondine bianche, che controllano discretamente quanto avviene, anche nelle strade laterali. Ieri sera all’Esercito e’ stato affidato il compito di supervisionare ogni frangente delle esequie. Una decisione che potrebbe avere anche tenuto conto dell’astio manifesto della gente contro la polizia, accusata di non essersi opposta alla violenza islamica. (Ansa)

11.10 – La folla, che continua a crescere, muoverà in processione verso il cimitero di El Jellaz, dove il leader dell’opposizione tunisina verrà sepolto dopo mezzogiorno. I partecipanti al corteo funebre hanno cominciato a intonare cori contro Ennahda, accusato di avere orchestrato l’omicidio di Chokri Belaid. In un’atmosfera caotica ma ricca di pathos, sono arrivati a Djebel Jelloud anche alcuni leader dell’opposizione laica. “abbiamo perso un grande eroe”, ha detto Caid Essebsi, ex primo ministro post rivoluzione.

10.55 – Sono cominciate, con la recita della Preghiera dei Morti – si tratta di versetti del Corano usati solo per le onoranze funebri – da parte di un imam, le cerimonie dei funerali di Chokri Belaid. Davanti la Casa della Cultura di Djebel Jelloud – cui Belaid era molto legato -, si sono riunite migliaia di persone che vogliono rendere omaggio allo scomparso.

10.50 – Circa 3.000 persone si sono già radunate a Djebel Jelloud, il quartiere di Tunisi dove si terranno oggi i funerali del leader dell’opposizione di sinistra, Chokri Belaid, ucciso due giorni fa a colpi di pistola davanti alla sua abitazione.

10.45 – E’ cominciato all’alba lo sciopero generale convocato oggi in Tunisia dall’Union Tunisienne Generale du Travail (Ugtt), il principale sindacato del paese, con la partecipazione di altre categorie professionali e tutti i partiti dell’opposizione di sinistra e laica, che in questo modo intendono protestare contro il regime islamico ritenuto responsabile dell’omicidio del popolare leader del Fronte Popolare, Shokri Belaid, freddato con numerosi colpi di pistola sulla porta di casa due giorni fa. Secondo le descrizioni diffuse dai media internazionali questa mattina le città tunisine sono paralizzate dalle sciopero, i trasporti funzionano al minimo, le strade sono vuote, i negozi chiusi. E anche l’aeroporto internazionale di Cartagine sta lavorando a ritmi ridotti vista la cancellazione di numerosi voli da parte di Tunisair. Chiuse scuole ed università, fermi i tribunali per lo sciopero delle associazioni degli avvocati cominciato già ieri.

Chokri Belaid, dopo l’autopsia che ha accertato che i colpi sparati contro di lui sarebbero stati almeno sei, sarà sepolto oggi pomeriggio nel settore riservato ai ”Martiri” all’interno del cimitero di Djellaz, uno dei più importanti di Tunisi, alla periferia della capitale. Lo ha reso noto il presidente dell’ordine forense tunisino, Chawki Tabib (Belaid era un avvocato), affermando che i funerali, in forma solenne, avranno la supervisione del ministero della Difesa e dell’esercito che si è incaricato di mantenere l’ordine durante le esequie ed in qualche modo di fornire un carattere solenne all’estremo saluto al popolare leader comunista.

Intanto gli scontri, iniziati ieri mattina dopo qualche ora di pausa in tutto il paese, sono proseguiti anche durante la notte, in molti centri della Tunisia. Nella città di Sfax, già in giornata teatro di violentissimi moti di piazza ai quali hanno partecipato alcune migliaia di persone e culminati con un assalto al governatorato, a fine giornata la polizia e alcuni reparti dell’esercito hanno arrestato circa 200 persone, la maggior parte delle quali tra i 15 e i 25 anni, sorprese a saccheggiare negozi. Scontri e saccheggi – la popolazione del paese è allo stremo per la mancanza di lavoro e di assistenza sociale – sono stati segnalati anche in alcune città vicine a Sfax, come Moknine e Ksar Helal.

Una stazione di polizia é stata invece assaltata e saccheggiata dai manifestanti a Tunisi; centinaia di giovani hanno fatto irruzione all’interno del commissariato ed hanno distrutto i mobili e le attrezzature degli uffici, prima di darsi alla fuga.

I media tunisini hanno anche diffuso la notizia che un agente di polizia è entrato in stato di coma dopo essere stato colpito durante gli scontri notturni con i manifestanti a Gafsa. L’agente Walid Marzouki sarebbe stato aggredito dalla folla inferocita mentre si trovava a bordo della sua auto di servizio. I manifestanti hanno anche incendiato una stazione di polizia cittadina sempre a Gafsa.

Intanto la famiglia e gli amici della vittima dell’agguato mortale di mercoledì continuano a puntare il dito contro alcuni ambienti estremisti interni al partito islamista Ennahda. “Erano quattro mesi che riceveva minacce. Sms, telefonate, avvertimenti sempre più pressanti. Imam nelle moschee lanciavano inviti ad ammazzarlo. Ma non solo gli imam più estremisti” ha ricordato ieri Besma Khalfaoui, la vedova di Chokri Belaid. A minacciarlo, spiega la donna in un’intervista a ‘Repubblica’, erano ”anche molti politici di Ennahda. I cosiddetti Comitati per la salvaguardia della rivoluzione lo scorso fine settimana hanno attaccato con violenza una riunione di partito in cui Chokri parlava. Lui denunciava la violenza dilagante e insisteva sulla necessità di un dialogo nazionale per fermarla. Era troppo per loro”. Per Besma Khalfaoui, anche lei avvocato come Belaid, Ennahda porta la responsabilità dell’attentato: ”Assolutamente sì se non altro perché mio marito ha sempre denunciato al ministero dell’Interno le minacce, ma nessuno si é mosso. Proteggono i violenti”. ”I tunisini -conclude- sono sdegnati. Si é visto quanti sono scesi spontaneamente per le strade. Io chiedo loro di premere perché le istituzioni democratiche si rafforzino”.

Da parte loro invece i salafiti tunisini accusano la Francia d’essere responsabile del caos scatenatosi nel Paese dopo l’uccisione dell’esponente dell’opposizione Chokri Belaid. Secondo Ibrahim Ettounsi, uno degli esponenti del movimento, i salafiti non hanno alcuna responsabilità per quanto avvenuto perché in realtà dietro le recenti vicende c’é la Francia che, a suo avviso, ”vuole fare della Tunisia una seconda Algeria”. Per Ettounsi, a spalleggiare la Francia in questo disegno destabilizzante ci sarebbe l’ex premier Beji Caid Essebsi, leader di Nidaa Tounes, maggiore partito dell’opposizione laica ritenuto nostalgico della dittatura di Ben Alì.

Mentre il partito islamista Ennahda rimane spaccato sulla proposta del suo premier di sciogliere il governo e formare un esecutivo tecnico di unità nazionale, le proteste di massa scatenate dall’omicidio di Belaid stanno avendo forti ripercussioni sugli altri due partiti della coalizione di governo. La posizione tenuta dal Congresso per la Repubblica nella vicenda Belaid ha, infatti, spinto uno dei volti più noti del partito, Nawal Bizid, a dimettersi con una lettera che è soprattutto un atto d’accusa. Giovanissima, responsabile del settore della comunicazione del partito per la regione di Tunisi, Nawal Bizid ha spiegato che la sua decisione è giunta dopo una lunga riflessione che ha messo a confronto la sua militanza nel partito con le sue convinzioni personali e la sua coscienza. Da questo confronto è sortita la determinazione di lasciare il CpR che, a suo dire, sta perdendo la sua identità politica e la sua indipendenza per diventare un semplice seguace di Ennahda.

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