Per denunciare la gravità delle dichiarazioni del signor Mergos, segretario generale del Ministero delle Finanze ellenico – il quale insiste sulla necessità di abbassare il già insufficiente salario minimo ora pari a 500 euro – stamattina alcune decine di attivisti del movimento giovanile di Syriza si erano dati appuntamento davanti ai suoi uffici. Per poi far scattare un’occupazione simbolica che riportasse sui media la gravissima situazione che vivono i giovani greci, costretti alla disoccupazione, alla sottoccupazione se non a emigrare in Australia o in Canada. Una iniziativa pacifica, per denunciare la subalternità di Mergos alle disposizioni di Olli Rehn e le raccomandazioni della troika ai cosiddetti Piigs: diminuire il costo del lavoro, costi quel che costi. Uno degli striscioni esposti recitava “Nessuno vive con 500 euro” mentre un altro denunciava il fatto che il segretario generale del Ministero percepisce ben 6000 euro al mese per portare avanti il suo compito di tagliatore di teste.
Ma quando i manifestanti hanno aperto i loro striscioni bloccando l’ingresso degli uffici del Ministero – mentre altri calavano un lungo striscione dalle finestre degli uffici di Mergos – i reparti speciali della polizia (Mat) in assetto antisommossa hanno improvvisamente attaccato i giovani con i manganelli e i micidiali gas lacrimogeni israeliani, sparati direttamente sulle persone con degli apparecchi da tempo in dotazione ai celerini.
A fare le spese del violento pestaggio anche due parlamentari di Syriza – Kostas Barkas e Vangelis Diamantopoulos – che erano andati a sostenere l’iniziativa dei giovani attivisti. Numerosi testimoni hanno riferito in particolare che Barkas è stato gettato a terra dai celerini che hanno continuato a manganellarlo nonostante lui mostrasse le sue credenziali di deputato. Barkas, così come Diamantopoulos e altri manifestanti, è stato poi trasportato al Policlinico di Atene per essere curato mentre i suoi colleghi denunciavano in Parlamento quando era appena accaduto.
Nel frattempo scioperi e manifestazioni non si placano, in attesa dello sciopero generale di 24 ore proclamato da tutti i sindacati per il prossimo 20 febbraio. I dipendenti dell’Ente per la Previdenza Sociale ellenico (Ika) stanno scioperando oggi per tutta la giornata per protestare contro il licenziamento di 450 loro colleghi che pure negli anni scorsi avevano sostenuto e superato gli esami di idoneità per l’assunzione. Oggi a mezzogiorno i lavoratori hanno marciato in corteo fino al Parlamento.
Oggi anche i lavoratori del trasporto pubblico della capitale stanno scioperando per sei ore e molti di loro hanno partecipato ad una assemblea generale in cui sono stati discussi gli ultimi sviluppi della vertenza che vede i dipendenti di autobus, metro e treni metropolitani impegnati a chiedere il rinnovo del contratto collettivo e a sventare il taglio del 20% dei loro salari.
Anche gli agricoltori greci, in agitazione ormai da 18 giorni consecutivi, sono ancora compatti e determinati a proseguire la loro battaglia finché non saranno soddisfatte le loro richieste che comprendono, fra l’altro, sgravi fiscali oltre alla riduzione del prezzo del gasolio per l’agricoltura e dell’Iva sui loro prodotti e insistono nel chiedere un incontro con i ministri competenti per il settore dopo che il premier Antonis Samaras continua a non volerli ricevere. Intanto ieri nel blocco stradale di Antili, vicino Larissa (Grecia centrale) si sono registrati scontri tra gli agricoltori e la polizia quando centinaia di dimostranti hanno cercato di occupare la carreggiata dell’autostrada con i loro trattori. Gli agenti hanno effettuato 11 arresti e 15 fermi, e nei duri scontri si sono registrati anche alcuni feriti.
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