Corruzione e suicidi. Sui media spagnoli non si parla d’altro. Non se ne può fare a meno, perché ogni giorno giungono nuove notizie di persone, addirittura famiglie intere che si tolgono la vita strozzate da mutui che non riescono a pagare e che di fronte alla prospettiva di perdere tutto scelgono di porre fine alla propria esistenza.
Negli ultimi giorni quattro i morti di quello che ormai in molti chiamano il ‘terrorismo immobiliare’. Una coppia di pensionati si è suicidata all’interno della sua abitazione nel comune di Calvià, nell’isola di Maiorca, dopo aver ricevuto un avviso di sfratto. La coppia – 68 anni lui, 67 lei – ha lasciato un biglietto spiegando le ragioni del proprio gesto.
Un uomo di 56 anni si è invece tolto la vita nel comune basco di Basauri, a pochi chilometri da Bilbao, anche in questo caso perché non riusciva a pagare le rate del mutuo. E ieri a suicidarsi è stato, nella sua casa di Alicante, il proprietario di 55 anni, portando a cinque il numero di persone che si sono tolte la vita a causa della pressione e dei ricatti delle banche negli ultimi 5 giorni.
Una vera e propria escalation che mette in allarme i vari coordinamenti ‘Stop desahucios’ che nonostante la continua mobilitazione e l’assistenza militante e psicologica fornita a migliaia di sfrattati non riesce a evitare gesti di disperazione sempre più frequenti.
E così ieri gli attivisti dei Coordinamenti ‘Stop desahucios’ si sono presentati ieri davanti al Congressi dei Deputati di Madrid per avvertire che non si accontenteranno dei palliativi contenuti nel progetto di legge del Partito Popolare sulla protezione delle persone indebitate con i mutui. E che non servirà cambiare il nome del progetto di legge governativo assumendo il titolo della iniziativa di legge popolare promossa dai movimenti degli sfrattati organizzati all’interno del cosiddetto movimento degli ‘indignados’. Anzi, ha avvertito il coordinamento, un’operazione simile di maquillage che non corrisponda ad un cambiamento reale nei contenuti sarebbe considerata una inaccettabile provocazione. Il coordinamento ‘Stop desahucios’ ha quindi chiesto ai parlamentari di votare esattamente il testo di legge firmato finora da 1,4 milioni di persone in tutto lo stato spagnolo, senza perdere altro tempo, ponendo così fine al ‘genocidio finanziario’ portato avanti dalle banche. Per rendere più convincente il proprio invito, un collettivo di medi attivisti e hachers del movimento ‘15 M’ ha dato vita ieri a un mailbombing nei confronti dei deputati, ai quali in pochi minuti sono stati recapitati ben 200 mila messaggi di posta elettronica che hanno impallato computer, tablet e telefonini di dirigenti politici e parlamentari.
Ulteriormente avvertiti, ed in maniera esplicita: se non si faranno interpreti di una domanda corale e trasversale che viene dalla società, la protesta arriverà fin dentro le strade, i bar, i teatri, i negozi frequentati dai deputati e dai senatori. “Segnaleremo i bar dove vanno a prendersi una birra e i ristoranti dove vanno a mangiare, tramite i social network e le liste dei vari coordinamenti” promettono gli sfrattati e gli attivisti. Un passo obbligato, spiegano, di fronte a una situazione intollerabile: 420 mila ingiunzioni di sfratto in soli sei anni, di cui ben 220 mila eseguiti, spesso con l’uso della forza pubblica. D’altra parte i coordinamenti sono intenzionati ad intensificare le occupazioni delle abitazioni sulle quali pende un ingiunzione di sfratto, in modo da inceppare il meccanismo infernale alla quale gli istituti bancari, lautamente finanziati con miliardi di euro di soldi pubblici sottratti al lavoro e ai servizi sociali, non sembrano voler rinunciare.
Nei giorni scorsi un militante del coordinamento ‘Stop desahucios’ è stato arrestato, e poi rilasciato, mentre gridava slogan dalle balconate destinate al pubblico, all’interno del Congreso, durante il dibattito parlamentare sulla legge presentata dal PP in tema di ipoteche e mutui. La battaglia si annuncia molto lunga e sempre più dura.
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