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Spagna: 50 cortei contro gli sfratti e il terrorismo bancario

“Per il diritto alla casa. Contro il genocidio finanziario, segnaliamo i responsabili! Affitti sociali e stop immediato agli sfratti!”. E’ con queste parole d’ordine che ieri nel tardo pomeriggio centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in ben 50 città dello stato spagnolo per dire basta a quello che in molti hanno ribattezzato il “terrorismo immobiliare”.

Nel mirino della protesta innanzitutto le banche, responsabili di decine di migliaia di sfratti e della persecuzione di centinaia di migliaia di famiglie non più in grado di pagare mutui e affitti stellari. Ma gli slogan hanno preso di mira anche il governo del Partito Popolare, sommerso in queste settimane dallo scandalo per corruzione più grave della storia della ‘Spagna democratica’. Dopo la lunga e tragica serie di suicidi di sfrattati che nell’ultima settimana si è portata via cinque persone, i coordinamenti ‘Stop desahucios’ hanno chiamato la gente in piazza.

La manifestazione più partecipata – quasi centomila persone – è stata come di consueto quella che ha attraversato il centro di Madrid, partita alle sei in punto da Plaza de Colón e che si è gonfiata man mano che la testa avanzava, tramutandosi in un corteo imponente che è arrivato fino a Puerta del Sol. I manifestanti hanno chiesto al governo di discutere e approvare immediatamente la Iniziativa di Legge Popolare scritta dai coordinamenti di lotta contro gli sfratti e firmata finora da quasi un milione e mezzo di persone. La gente gridava “Non sono suicidi, sono omicidi” e “Basta sfratti”. Durante il percorso alcune migliaia di manifestanti hanno deciso, a sorpresa, di deviare da quello autorizzato dalle autorità e hanno imboccato la Gran Via, sdoppiando di fatto la manifestazione. Il corteo, determinato e rumoroso, è sfilato senza incidenti. Tranne quando alla marea umana si sono strumentalmente uniti Juan Fernando López Aguilar, ministro della giustizia nel governo Zapatero e Beatriz Talegón, segretaria generale dell’Unione Internazionale della Gioventù Socialista. I due dirigenti del Psoe non sono stati accolti bene dai manifestanti, e anzi sono stati subissati di fischi e slogan come “Non ci rappresentate”, “Opportunisti”, “Fuori”, “Senza vergogna!”. Dopo pochi minuti i due hanno dovuto abbandonare il corteo scortati da alcuni agenti della Polizia Nazionale.

Come scrivevamo la protesta ha inondato i centri storici di un’altra cinquantina di città di tutto lo stato: da Barcellona a Donostia, da Granada a  Lanzarote, da Logroño a Mallorca, da Murcia a Valladolid, da Zamora a Zaragoza, da Albacete ad Alicante, da Siviglia a Huelva, da Xixòn a Santander.

Nel capoluogo catalano a manifestare al grido di ‘No al genocidio bancario’ sono state 80.000 persone – solo 13 mila per la Polizia Municipale – e l’imponente corteo partito da Placa de la Universitat è arrivato fin sotto la sede del Partito Popolare nei confronti della quale alcuni manifestanti hanno lanciato uova e bottiglie. Prima dell’inizio della marcia un portavoce del Coordinamento dei cittadini alle prese con i mutui ha letto un appello che riassumeva le richieste dei manifestanti ed ha ricordato le vittime degli sfratti.

Nei Paesi Baschi manifestazioni si sono tenute in tutti e quattro i capoluoghi, e migliaia di persone hanno sfilato a Bilbao, Gasteiz, Donostia e Irunea . In quest’ultima città il corteo, composto da 5000 persone, ha fatto tappa davanti a istituti bancari e sedi dei partiti di governo.

A Siviglia, capoluogo dell’Andalusia, hanno manifestato circa 6000 persone per reclamare lo stop immediato agli sfratti. In piazza sono scese anche le centinaia di famiglie che negli ultimi mesi hanno occupato edifici vuoti di proprietà di banche e agenzie immobiliari. Altre 5.000 persone hanno manifestato a Valencia.

Di seguito il manifesto di convocazione della giornata di mobilitazione di ieri

“Oggi manifestiamo di nuovo per difendere ed esigere il rispetto del diritto alla casa, un diritto fondamentale sistematicamente violato nel nostro paese. Noi, le Plataformas de Afectados por la Hipoteca, denunciamo la situazione drammatica alla quale sono condannate migliaia di famiglie che non possono pagare i mutui o gli affitti, e che si vedono sfrattate o minacciate di sfratto, vittime della truffa ipotecaria, della violazione del diritto alla casa da parte degli istituti finanziari con la protezione dei governi di turno.

420.000 ingiunzioni di sfratto negli ultimi sei anni e 220.000 sfratti eseguiti sono semplicemente intollerabili.

Di fronte agli abusi degli istituti finanziari – responsabili della crisi attuale – e alla complicità del governo, che le sostiene e le copre con una legge ingiusta che fa ricadere tutte le responsabilità sulla parte più debole della società, mentre questo stesso governo destina miliardi di euro di aiuti pubblici alle banche senza nessun tipo di garanzia, i coordinamenti dei cittadini su cui pesano i mutui e i cittadini si sono mobilitati per difendere il diritto alla casa e abbiamo messo sul tavolo delle soluzioni concrete per porre fine alla truffa. Perché non ha senso che le banche continuino ad accumulare migliaia di appartamenti vuoti mentre migliaia di famiglia vengono sbattute in mezzo a una strada.

Con l’Iniziativa di Legge Popolare abbiamo utilizzato tutti i meccanismi che il sistema ci offre per cambiare una legge evidentemente ingiusta. Abbiamo parlato con i Comuni, i servizi sociali, i partiti politici. Si siamo mobilitati. Abbiamo bloccato gli sfratti e abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre mani per cambiare una situazione di ingiustizia evidente e intollerabile. (…) Non chiediamo elemosine. Non accettiamo compromessi al ribasso. Pretendiamo delle leggi che garantiscano i nostri diritti, l’eguaglianza e la dignità. Ma l’ILP è anche un modo per esigere democrazia, una democrazia che deve essere appannaggio del popolo e non dei poteri finanziari. Stufi di mediocrità, corruzione e ingordigia, di risposte vuote e demagogia, esigiamo di essere ascoltati e di poter partecipare a una democrazia reale.

La situazione è grave e urgente. Siamo arrivati al limite che ci sono persone che si sono tolte la vita: una situazione che genera sofferenza quotidiana a migliaia di persone. Non possiamo aspettare altri mesi l’approvazione dell’ILP e tantomeno possiamo permettere che non venga approvata. Non rimarremo con le braccia conserte aspettando che la Legge di Iniziativa Popolare arrivi al Parlamento. Non possiamo farlo.

Facciamo quindi un appello a tutti i partiti politici affinché votino a favore della ILP e la portino in discussione al Congresso il prima possibile. Altrimenti li indicheremo come responsabilità del genocidio finanziario di cui siamo vittime e dovranno assumersene tutte le conseguenze. Continueremo ad aumentare le azioni di denuncia e disobbedienza civile contro coloro che si rifiutano di approvare l’ILP e invitiamo tutti i cittadini a fare lo stesso.

Ma non ci fermeremo qui, la nostra lotta è la lotta per il diritto alla casa. “Gente senza case e case senza gente, non è possibile”. Banche che si impossessano di migliaia di case vuote mentre migliaia di famiglie vengono sbattute per la strada. Di fronte a questa assurdità annunciamo l’intensificazione delle azioni di recupero delle case e degli appartamenti vuoti attualmente nelle mani degli istituti finanziari”.

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1 Commento


  • MaxVinella

    In Italia il “sistema” dovrebbe essere grato a Grillo, perchè istituzionalizza la protesta e la incanala nelle urne anzichè nelle piazze !!

    Senza l’M5S la gente avrebbe già mano i forconi e qualcuno forse anche la P38 !!

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