Elezioni infinite in Egitto con quattro turni elettorali, dal 22 aprile al 24 giugno prossimi, e uno scaglionamento in più rispetto al 2011-12. Questo fa dire enfaticamente a un esponente di spicco della Fratellanza Musulmana che il Paese procede a grandi passi nelle conquiste democratiche. Non la pensa così il Fronte di Salvezza Nazionale per bocca, anzi per cinguettìo di El Baradei, pronto a lanciare su Twitter il boicottaggio. Il doppio passo ha visto l’annuncio ufficiale giunto dal presidente Mursi e la risposta dei leader dell’opposizione che ripropongono il diktat di novembre: ci sarà dialogo se verrà emendata la Costituzione, rinviato il ricorso alle urne, garantita una supervisione internazionale sul processo consultivo, creato un nuovo esecutivo “obiettivo” che traghetti il Paese a elezioni “credibili”. La proposta non è accettata dalla Fratellanza che controbatte: “Se l’opposizione avesse vinto le precedenti elezioni e governasse sarebbe disposta ad attuare ciò che ci chiede?”
Perciò date e minacciato boicottaggio vivranno entrambi in una contrapposizione che spacca la nazione, della cui responsabilità le due parti s’accusano vicendevolmente. Il tema del voto riaccende una polemica mai sopita che ha sfiorato toni da guerra civile quando alle armi improprie, che pure insieme ai gas e ai colpi della polizia facevano vittime, sono comparse in mano ai militanti delle due fazioni fucili con cui hanno sparato e ucciso. Alcuni distretti vivono tuttora sotto Stato d’assedio con l’Esercito schierato in strada. Il Fronte di Salvezza Nazionale appare deciso nel proseguire il braccio di ferro istituzionale sostenuto dalla Corrente Popolare, dal Partito Cotituzionale e dai liberali mentre Fratellanza e gli intransigenti di Al-Gamaa Al-Islamiya hanno stretto un’alleanza elettorale che vuole assolutamente garantire la partecipazione per ricostruire la Camera Bassa, sciolta d’ufficio nei giorni del ballottaggio presidenziale.
Un passo di apertura alla componente cristiana è stato compiuto da Mursi che ha anticipato il primo turno in modo da non farlo coincidere con la settimana della Pasqua copta (5 maggio). Si voterà il 22-23 aprile nei governatorati di: Beheira, Il Cairo, El Minya, Port Said, Sinai del Nord. L’11-12 maggio a: Alessandria, Giza, Aswan, Beni Suef, Sobag, Suez, New Valley, Mar Rosso. Il 28-29 maggio a: Daqahilyah, Qaluibiya, Qena, Damietta, Luxor, Matrouh, Menufiya, Sinai del Sud. Il 15-16 giugno a: Sharqiya, Gharbiya, Assiut, Kafr El Sheik, Fayoum, Ismailya. Ogni scadenza può avere il suo ballottaggio collocato nella settimana successiva così le operazioni dovrebbero terminare a fine giugno.
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