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Grecia: fuga dall’esercito

In Grecia la crisi non risparmia nessuno. Varie centinaia di militari hanno chiesto negli ultimi giorni di essere dimessi dalle Forze Armate visto che il magrissimo stipendio che ricevono dallo stato non garantisce loro neanche la sopravvivenza. Secondo i media ellenici (in particolare il quotidiano Kathimerini) nelle prime sei settimane del 2013 sarebbero già 480 gli ufficiali che hanno sollecitato il ritorno alla vita civile, che si sommano – e potrebbero prestissimo superare – le 1.100 richieste del 2012. Secondo i regolamenti i militari greci possono dare le dimissioni solo dopo aver compiuto almeno 25 anni di servizio e, in tempi di pace, normalmente i comandi militari non le possono rifiutare.
Negli ultimi anni lo scontento, oltre che nei settori della vita civile, è aumentato moltissimo anche nelle forze armate, visto che i salari dei militari sono stati decurtati ampiamente, e più volte. Dal 2009 il salario base di un militare di professione è stato letteralmente dimezzato mentre un alto ufficiale può percepire ora uno stipendio inferiore anche del 75% a quello che percepiva solo 4 anni fa. Non si tratta di salari stellari, niente di equiparabile alle forze armate italiane, ad esempio: 700 euro al mese per un soldato semplice; 900 per un tenente e 1800 per un generale.
Ed ora che il governo pensa ad una nuova riduzione dei supplementi pensionistici finora concessi ai soldati dall’esercito è in corso una vera e propria fuga. Il governo – non a torto – si difende affermando che quello greco, con 160 mila effettivi per neanche 11 milioni di abitanti, è un esercito elefantiaco, che in tempi di crisi nera lo Stato non può continuare a foraggiare. Atene infatti, nonostante il suo Pil sia negativo per il sesto anno consecutivo, continua a spendere ben il 2,1% del suo bilancio annuale per mantenere il suo esercito, integrato nella Nato.

In Grecia attualmente ci sono 15 militari in servizio ogni 1000 abitanti, contro i 4,6 degli Stati Uniti e i 2,7 della Spagna. Ma i sindacati dei soldati greci rispondono che i soldati degli altri paesi vengono pagati assai di più e che, inoltre, se il governo risparmia sulle forze armate dall’altra parte aumentano i contratti con agenzie di sicurezza private.
Il malcontento nella truppa, e tra gli alti comandi, è palpabile, ed emerge in numerose interviste che i quotidiani ellenici stanno pubblicando nelle ultime settimane a militari coperti dall’anonimato.

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