Sono scesi in piazza in circa 300mila secondo la polizia di Parigi; erano addirittura più di 1 milione, secondo gli organizzatori della manifestazione di ieri contro i matrimoni gay, in dirittura di arrivo nel parlamento francese. Quale che sia la cifra reale, fatto sta che per la seconda volta in pochi mesi, dopo la dimostrazione del 13 gennaio, centinaia di migliaia di persone hanno comunque invaso il centro della capitale per rivendicare che il matrimonio può essere soltanto tra un uomo e una donna.
Pronunciandosi quindi contro il via libera ai matrimoni gay da parte dell’Assemblea Nazionale, in attesa del via libera definitivo del Senato, atteso ad aprile, e la firma del presidente Francois Hollande. Come scrive il quotidiano Figaro online, ci sono stati anche momenti di tensione: la polizia ha sparato lacrimogeni contro alcune centinaia di dimostranti, appartenenti a gruppi fascisti e di estrema destra, che tentavano di raggiungere i centralissimi Champs Elysees, considerati off limits dalla prefettura di Parigi che ha negato il permesso di manifestare sull’arteria più famosa della capitale. Gruppi di manifestanti hanno assaltato i cordoni di polizia nel tentativo di passare nonostante il divieto, e a quel punto i celerini della Crs hanno risposto sparando lacrimogeni e caricando. Il ministro dell’Interno francese, Manuel Valls, ha informato che in tutto la polizia ha operato ben 104 fermi, puntando il dito contro i militanti dell’estrema destra che avrebbero lanciato bulloni e sassi contro le forze dell’ordine.
Il corteo, partito con la Grande Arche de La Defense alle spalle, si é snodato per diversi chilometri lungo l’Avenue de la Grande Armee, dopo la Porte Maillot, fino all’arco di Trionfo dell’Etoile. Lì, per impedire ad alcuni di loro di raggiungere gli Champs Elysees, i Crs, i celerini parigini, hanno sparato lacrimogeni sull’avenue Foch, quella in cui si trovano alcuni tra gli appartamenti più cari e prestigiosi della capitale.
Il mese scorso, l’Assemblea nazionale ha detto si’ alle nozze gay: dopo una maratona di 10 giorni (e quasi 110 ore di dibattiti), oltre 5.000 emendamenti discussi e cortei di pro e contro nelle strade, i deputati francesi hanno approvato la legge che autorizzerà le coppie dello stesso sesso ad unirsi in matrimonio. La vittoria del sì é stata netta, con 329 voti a favore, cento di più dei voti contrari, 229, 10 gli astenuti. Non é però detto che la legge passerà con una maggioranza così netta al Senato, dove il dibattito comincerà il prossimo 2 aprile, ma dove la maggioranza di centrosinistra é più risicata e quindi il testo potrebbe subire qualche modifica ed essere costretto a tornare all’esame dell’Assemblea Nazionale.
E’ già stata raccolta una petizione con oltre 500 mila firme contrarie ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Circa la metà della Francia, secondo vari sondaggi, dice no alle nozze gay e all’ adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso. Il 13 gennaio una marea di manifestanti (800.000 dicono gli organizzatori, 340.000 la questura) aveva già invaso Parigi per la prima volta, senza riuscire però a convincere il governo a bloccare l’iter di approvazione della legge. Ora però, scontata l’approvazione della misura da parte delle assemblee elettive, gli oppositori di destra chiedono che il provvedimento venga sottoposto all’approvazione del popolo attraverso un referendum.
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