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Bulgaria: scontri a Sofia, solo il 55% alle urne

Un centinaio di persone ha manifestato rumorosamente nella tarda serata di ieri a Sofia contro i due principali partiti, il Gerb di destra e il partito socialista, giunti rispettivamente primo e secondo nelle elezioni anticipate di ieri. I contestatori, dopo la chiusura delle urne, si sono radunati davanti al Palazzo della cultura, nel centro della capitale, dove erano in programma le conferenze stampa delle varie forze politiche per commentare il voto. Tanti gli slogan scanditi in particolare contro Gerb e socialisti. ‘Mafiosi’, ‘Schifosi’, ‘Andate tutti via’, hanno gridato i manifestanti, alcuni dei quali hanno cercato di scavalcare le transenne per entrare nel palazzo, ma la polizia li ha respinti. Sono stati lanciati sassi e bottiglie contro gli agenti, che hanno rafforzato il cordone a difesa del Palazzo della cultura. I manifestanti si sono poi dispersi, e la tensione é calata. 

Nei mesi scorsi per settimane decine di migliaia di persone avevano manifestato a Sofia e in altre città dellaBulgariaper denunciare la crescente povertà, la disoccupazione e la dilagante corruzione della classe politica. Durante alcune manifestazioni contro la privatizzazione delle compagnie elettriche e la svendita a compagnie straniere si erano anche verificati duri scontri tra manifestanti e polizia. La situazione sociale nel paese è così grave che negli ultimi mesi si è impennato il numero di giovani bulgari costretti a emigrare per trovare un lavoro, mentre non si contano i casi di autoimmolazione col fuoco di persone disperate, cinque delle quali sono morte.
Sotto la pressione della piazza, il premier di destra Boyko Borissov a febbraio si era dimesso, ed il suo esecutivo era stato sostituito da un governo ‘tecnico’ provvisorio guidato dal diplomatico Marin Raikov.
Ma la partecipazione alle elezioni anticipate di ieri è stata scarsa, a votare è andato solo il 55% degli aventi diritto, segnale che la sfiducia nei partiti è a livelli di guardia.

Dopo lo spoglio del 96% delle schede elettorali si conferma il successo di stretta misura del partito Gerb (Partito dei Cittadini per una Bulgaria Europea) con però appena il 30,71% delle preferenze, seguito dal partito socialista (Bsp) al quale vanno il 27,02% dei voti. In parlamento entrano solo altre due formazioni che riescono a superare lo sbarramento del 4%: il partito della minoranza turca (Dps) con il 10,59% e la destra nazionalista, xenofoba ed euroscettica di Ataka col 7,38%.
Questo vuol dire che Gerb non avrà i seggi sufficienti per governare da solo, e la formazione di un esecutivo stabile si preannuncia assai in salita. Di certo c’è il crollo di quasi 10 punti del partito di destra, mentre i socialisti non sono riusciti a capitalizzare il malcontento che si ha preferito l’astensionismo oppure si è disperso in alcuni partiti rimasti sotto il 4%.

La vigilia del voto – seguito da 240 osservatori dell’Osce – era stata avvelenata da sospetti e accuse di potenziali brogli per il sequestro di ben 350 mila schede elettorali illegali, rinvenute dalla Polizia nella tipografia gestita da un consigliere municipale del Gerb. Ieri sono stati scoperti una decina di casi di tentativi di compravendita di voti e una delle persone coinvolte é stata subito arrestata e condannata per direttissima a 10 mesi di carcere e a una multa di 10 mila lev (circa 5 mila euro).

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