Dopo una notte di battaglia tra manifestanti e forze dell’ordine è tornata la calma a piazza Taksim a Istanbul, riconquistata e sgomberata dalla polizia al termine degli scontri più violenti dall’inizio della protesta contro il premier turco Recep Tayyip Erdogan. Praticamente per tutta la giornata di ieri senza interruzione i reparti antisommossa, coadiuvati dai blindati muniti di idranti e facendo ampissimo utilizzo di lacrimogeni, spray urticanti e granate stordenti hanno attaccato decine di migliaia di persone che gridavano “Erdogan, dimettiti!” e “Resistenza!”. La resistenza di migliaia di manifestanti che hanno difeso le barricate e lanciato pietre e bottiglie, anche utilizzando fionde, contro i poliziotti si è arresa solo intorno alle 2 di notte quando gli apparati di sicurezza hanno preso possesso dell’intera spianata. D’altronde dopo i continui appelli minacciosi del premier ieri pomeriggio il governatore di Istanbul – Hüseyin Avni Mutlu – aveva avvertito che l’assalto della polizia alla piazza epicentro delle proteste sarebbe continuato ininterrottamente, giorno e notte, finché Taksim non fosse stata ‘liberata’. “Continueremo senza sosta le nostre iniziative, giorno e notte, finché gli elementi marginali non verranno allontanati e la piazza verrà aperta alla nostra gente” aveva avvisato Mutlu alla tv.
I manifestanti, nonostante numerosi assalti, hanno invece difeso e tenuto una parte di Gezi Park. Tremendo il bilancio della repressione di ieri: molte centinaia di feriti solo ad Istanbul, di cui cinque in gravi condizioni, compreso un manifestante operato alla testa. Non è stata resa nota la cifra dei dimostranti arrestati, che comunque sono molti, compresi i 73 avvocati arrestati ieri nel corso di una pacifica protesta all’interno del principale tribunale della metropoli sul Bosforo.
In contemporanea con Istanbul anche ad Ankara la polizia ha attaccato circa diecimila manifestanti nei pressi dell’ambasciata degli Stati Uniti. Scontri e manifestazioni sono state segnalate ieri sera anche in altre città.
Intanto è di oggi la notizia che il Consiglio Supremo della Radio e della Tv (Rtuk) turco, organismo di controllo nominato dal governo Erdogan, ha multato alcune emittenti televisive, per lo più indipendenti, che hanno trasmesso in diretta le manifestazioni della protesta. Secondo la Rtuk le tv in questione “hanno danneggiato lo sviluppo fisico, morale e mentale di bimbi e giovani” incitando alla rivolta. Fra le emittenti multate c’é Halk Tv, una piccola tv privata vicina all’opposizione repubblicana che ha avuto un enorme boom di popolarità nelle ultime settimane dopo che ha cominciato a trasmettere immagini e cronache delle manifestazioni antigovernative.
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