Sta costando cara al primo ministro Samaras l’obbedienza alla Bce, al Fmi e alla Commissione Europea, alla quale ha voluto regalare martedì scorso il licenziamento in tronco di 2700 dipendenti della tv di Stato
E’ stato un eclatante passo falso quello che ha portato il primo ministro ellenico a chiudere la scorsa settimana, con un improvviso atto d’imperio, tutti i canali tv e radio dell’emittente pubblica in nome della riduzione degli sprechi. Una decisione che ha scatenato la protesta dei lavoratori della Ert, che hanno occupato gli studi e hanno continuato a trasmettere anche se solo via web visto che la polizia aveva manomesso i trasmettitori. Una decisione dettata dalla troika – che chiede un taglio drastico della spesa pubblica e un ridimensionamento shock del numero di dipendenti pubblici – che ha riempito di nuovo le piazze elleniche di attivisti politici e sociali, di sindacalisti e intellettuali. E che ha spaccato le stesse forze di governo, con i socialisti del Pasok e di Dimar che hanno ‘addirittura’ minacciato di ritirare il proprio sostegno a Samaras. Primo ministro che nelle piazze greche, in questi giorni, è stato rappresentato come Samar-dogan, fuso con il suo omologo turco impegnato nella repressione selvaggia del movimento di protesta deflagrato a Gezi Park.
Che quello di Samaras sia stato un passo falso lo ha dimostrato anche la sconfessione arrivata ieri da parte del Consiglio di Stato, la più alta istanza giudiziaria greca alla quale si era rivolto il sindacato dei dipendenti di Ert (Pospert), annullando “temporaneamente” la decisione di chiudere l’emittente e ordinando ai ministri competenti di disporne la riapertura, in attesa della costituzione un nuovo soggetto radiotelevisivo pubblico. Subodorando i guai in arrivo, lo stesso capo di Nuova Democrazia aveva cercato di correre ai ripari affermando la possibilità di una ripresa ‘parziale’ del servizio pubblico, spento d’autorità pochi giorni fa. Ora occorrerà vedere come il governo metterà in pratica la decisione dl Consiglio di Stato, tentando di non scontentare troppo i suoi padrini – o padroni – europei ma anche di non dare nuovi motivi di mobilitazione ai sindacati. Probabilmente Samaras tenterà di riavviare al minimo il servizio pubblico radiotelevisivo, reintegrando un piccolo numero di lavoratori e riattivando solo le trasmissioni di informazione e di servizio.
I partner di governo di Nuova Democrazia, Venizelos e Kouvelis, sostengono che la decisione dell’Alta Corte impone la riapertura della vecchia Ert così com’era sinora ma riaffermano la loro volontà di procedere comunque alla sua “ristrutturazione”. Fonti vicine al premier, da parte loro, sostengono che in base a tale decisione la vecchia televisione pubblica é morta, deve essere chiusa e al suo posto deve essere istituita una nuova società pubblica. Ad aumentare la confusione contribuiscono in queste ore fonti vicine al Consiglio di Stato, secondo le quali la decisione del tribunale non riguarda la chiusura della Ert, in quanto la decisione del governo sarebbe conforme alle leggi e alla Costituzione, ma riguarderebbe la sospensione delle trasmissioni da parte di una televisione pubblica che invece devono essere riprese immediatamente.
Da parte loro i dipendenti della Ert continuano ad occupare gli studi e le installazioni della Radio Televisione Greca ERT, e promettono di continuare fino alla riapertura definitiva e totale del servizio pubblico.
In un sondaggio realizzato da Kapa Research e pubblicato sul settimanale To Vima ieri, risulta che la maggioranza dei greci (64,4%) si dice contraria all’iniziativa del governo, anche se il 57,1% del campione é contrario al ricorso anticipato alle urne. In base ai risultati del sondaggio, il partito Nea Dimokratia (centro-destra) del premier attuale mantiene il primato delle preferenze nei confronti di Syriza, il partito della sinistra radicale e maggiore gruppo dell’opposizione, guidato da Alexis Tsipras.
Mentre le immagini dell’ultimo concerto dell’Orchestra sinfonica nazionale chiusa da Samaras facevano il giro del mondo, le piazze elleniche si riempivano ieri di nuovo di manifestazioni. Ieri sera Syriza e altri gruppi di sinistra hanno portato in piazza migliaia di persone a Syntagma, davanti al parlamento, proprio in concomitanza con l’incontro tra i tre partner di governo sulla questione della chiusura della Ert. Da parte sua, il Partito Comunista greco ha organizzato una propria dimostrazione di protesta nella piazza di Agia Paraskevi, proprio davanti all’edificio dove ha sede la Ert.
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