La presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha convocato una riunione di crisi per questa mattina. La riunione del gabinetto di crisi dovrebbe avere luogo presso la presidenza, a Brasilia, alle 9.30 locali, cioè alle 14.30 in Italia. Secondo fonti della stampa locale, i partecipanti saranno chiamati a valutare la situazione, le rivendicazioni dei manifestanti e l’opportunità di un messaggio radiotelevisivo della leader del Partido dos Trabalhadores (centrosinistra) al paese in rivolta. Intanto, l’ufficio di presidenza ha annunciato che il capo dello Stato ha deciso di annullare la sua prevista visita in Giappone, dal 26 al 28 giugno, “a causa degli eventi attuali”.
Intanto San Paolo, Rio de Janeiro, Brasilia, Belo Horizonte e decine di altre città delBrasile sono state attraversate in serata dalle più grandi manifestazioni di piazza degli ultimi venti anni: almeno un milione di persone hanno sfilato in corteo in una ottantina di città grandi e piccole chiedendo la fine della corruzione, riforme e investimenti nel campo della sanità, dell’istruzione e del lavoro, un taglio netto delle spese per i mondiali di calcio del 2014 dopo i miliardi di euro buttati nella Confederation Cup, la fine della repressione selvaggia contro chi protesta.
Nel pomeriggio di ieri decine di migliaia di manifestanti, in gran parte studenti e giovani, erano tornati a protestare nelle strade di San Salvador de Bahia, terza città del Paese. La folla si é concentrata intorno allo stadio ‘Campo Grande’ dove era in programma la partita Uruguay-Nigeria per la Confederations’ Cup, i cui enormi costi di allestimento hanno contribuito a esasperare la furia popolare. Durante il corteo la tensione è aumentata: drappelli di contestatori che hanno bersagliato con pietre e bottiglie gli agenti in assetto anti-sommossa schierati a protezione dell’impianto sportivo che hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni e ripetute cariche.
A Rio de Janeiro più di 300mila persone hanno manifestato ieri e violenti scontri con le forze dell’ordine sono scoppiati davanti alla sede del municipio. Gli agenti hanno lanciato i blindati contro i dimostranti e bersagliato la folla di gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Almeno 62 persone sono rimaste ferite, tra cui un giornalista della Tv Globo.
A Brasilia, circa 25 mila manifestanti si sono accampati sul prato di fronte al parlamento federale. La polizia militare ha circondato il palazzo di Planalto, sede della presidenza, ed ha usato gas lacrimogeni per disperdere i dimostranti. Nella capotale federale gruppi di manifestanti hanno attaccato il ministero degli Affari Esteri: un gruppo è riuscito a infrangere i vetri di una porta d’ingresso e ad appiccare il fuoco, ma la polizia è intervenuta per impedirne l’ingresso. Almeno 35 persone sono rimaste ferite: tre di loro sono in gravi condizioni.
A San Paolo, circa 150 mila persone hanno invaso l’Avenida Paulista, principale arteria della città. Alcuni esponenti del Partito dei lavoratori sono stati spintonati e allontanati dalla manifestazione e alcuni manifestanti hanno anche bruciato bandiere del Pt.
Manifestazioni e scontri hanno avuto luogo anche a Vitoria, dove la polzia è intervenuta con gas lacrimogeni davanti alla sede del tribunale. A Belem e Campinas, gruppi di manifestanti hanno lanciato pietre contro le forze dell’ordine e infranto i vetri delle finestre delle sedi municipali. La polizia ha reagito con gas lacrimogeni e proiettili di caucciù: almeno sette persone sono rimaste ferite, tra cui un giornalista.A Belo Horizonte sono scese in strada circa 15 mila persone ed anche in questo caso si sono registrati scontri.
E purtroppo la protesta ha fatto nelle ultime ore la prima vittima: a Ribeirao Preto, città dello stato di San Paolo, un giovanissimo manifestante di 18 anni è stato investito e ucciso da un automobilista che avrebbe puntato a tutta velocità contro la folla di dimostranti che bloccavano una strada.
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