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Grecia: “Indipendenza” blindata. Polizia contro studenti e insegnanti, arresti

In un clima di alta tensione a causa del rischio di contestazioni contro le autorità, la Grecia sta commemorando da ieri l’anniversario della guerra d’indipendenza che a partire dal 1821 segnò la liberazione dal giogo dell’Impero Ottomano. Una festa paradossale, nel momento in cui l’indipendenza del paese è poco più che formale: un governo presieduto da un funzionario della Banca Centrale Europea, i commissari della troika che con cadenza mensile viaggiano ad Atene per ordinare nuovi tagli e nuova macelleria sociale, le grandi potenze che obbligano il paese ad acquistare i loro armamenti in cambio degli aiuti economici.

Il potere politico e la ristretta oligarchia che governa quello che ormai si può considerare un protettorato dell’Unione Europea a guida franco-tedesca hanno paura, ed hanno blindato il paese, a costo di celebrare la festa da soli. Non vogliono che si ripeta quanto accadde lo scorso 28 ottobre, quando durante le celebrazioni di un’altra festa nazionale, in tutta la Grecia, migliaia di persone contestarono e interruppero i comizi e le parate, costringendo addirittura il Presidente della Repubblica Karolos Papoulias ad abbandonare il suo palco a Salonicco e ad annullare tutto.
In occasione delle previste difficoltà a realizzare le celebrazioni di oggi, nei giorni scorsi Lukas Papademos ha addirittura riunito un Consiglio dei ministri ad hoc per tentare di disinnescare una tensione sociale sempre più incontrollabile.

Già ieri si è capito quali sono stati gli ordini impartiti dal ministro degli Interni alle forze di Polizia. I celerini hanno bloccato e poi disperso a manganellate il corteo formato da insegnanti e studenti che stava sfilando nelle vie del centro di Atene come ogni vigilia della festa dell’indipendenza. I tafferugli sono scoppiati quando gli studenti e i professori – circa cinquemila – sono stati bloccati dai celerini in assetto antisommossa prima di poter arrivare in Piazza Syntagma, punto d’arrivo della manifestazione e sede del Parlamento: a quel punto le prime file del corteo hanno iniziato a fare pressione sugli agenti che hanno risposto con manganellate, e contro di loro sono piovuti oggetti di ogni tipo, ma anche i tavoli e le sedie dei bar circostanti.La Poliziaha caricato con ancora maggiore violenza e alla fine 29 manifestanti sono stati fermati.

Ed oggi le principali città elleniche sono state messe in stato d’assedio: da ieri circa 4.000 poliziotti sono stati dispiegati in stato di massima allerta per evitare che eventuali dimostranti possano organizzare proteste nei pressi delle celebrazioni ufficiali o addirittura riescano a contestare le varie personalità politiche incaricate di mettere in scena la farsa. Gli agenti, ha affermato un portavoce del Ministero perla Protezione del Cittadino (!), sono stati autorizzati ad effettuare controlli preventivi e anche a fermare individui considerati sospetti. Nelle aree ristrette delimitate attorno ai palchi delle autorità sono stati ammesse solo persone fornite dello speciale invito dello Stato maggiore dell’Esercito. Anche a Salonicco sono stati mobilitati ben 1.500 poliziotti.

Che le contestazioni eclatanti ci siano o meno cambia poco: il fatto che per poter parlare in pubblico i rappresentanti politici debbano separarsi a tal punto dal popolo che affermano di rappresentare parla da solo. Così come la decisione, da parte delle associazioni dei reduci greci delle due guerre mondiali, di non partecipare come ogni anno alle parate previste per oggi. In segno di protesta per le misure antisociali e per i tagli alle pensioni e al welfare decisi dall’esecutivo. «Abbiamo deciso per la prima volta di non sfilare per reazione alle severe misure adottate dal governo contro il nostro popolo» afferma in una nota la Federazione dei reduci invalidi di guerra ellenici. Una delegittimazione senza precedenti per il contestatissimo governo Papademos.

Anche gli appartenenti alle forze di sicurezza, che ieri non hanno lesinato manganellate agli studenti e ai professori che protestavano pacificamente, pure danno segni di stanchezza. In un comunicato i loro rappresentanti hanno chiesto al governo di non utilizzare le forze di polizia per reprimere una protesta sociale che nasce dal disagio e dallo scontento per una situazione economicamente intollerabile. Anche alla vigilia della giornata insurrezionale del 12 febbraio i sindacati di Polizia avevano usato parole di fuoco contro il governo, l’UE e la troika, ma poi non si erano tirati indietro al momento di bastonare e inondare di gas velenosi i manifestanti di Piazza Syntagma…

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