Se in Brasile oggi va in scena contro un governo di centrosinistra il primo sciopero generale dopo 22 anni, in Cile i sindacati e le organizzazioni sociali hanno proclamato una mobilitazione generale contro un esecutivo che non fa mistero di richiamarsi alle politiche – e all’ideologia – del regime fascista retto da Augusto Pinochet: turbo liberismo e gestione autoritaria della società.
Negli ultimi anni in campo contro Sebastian Pinera sono scesi soprattutto gli studenti, a volte sostenuti da alcuni settori del mondo dell’istruzione o da organizzazioni di precari. Ma questa volta a prendere le piazze saranno decine di migliaia di lavoratori aderenti alla Central Unitaria de Trabajadores (CUT) che oggi protesta per chiedere migliori condizioni di lavoro e aumenti salariali. Oltre che il varo di un sistema nazionale di istruzione gratuito e di qualità, parola d’ordine sulla quale i movimenti e i sindacati studenteschi hanno costruito le più grandi e determinate mobilitazioni di massa mai viste in Cile dalla fine della dittatura, agli inizi degli anni ’90.
La piattaforma della CUT si articola intorno a tre rivendicazioni: la riforma legislativa del sistema del lavoro, l’eliminazione del sistema pensionistico privato, la riforma fiscale. A queste riforme si aggiunge il riconoscimento del salario minimo, agganciato al costo della vita e da applicarsi in ogni settore ed angolo del paese.
Ieri sera, nell’ambito della cinque giorni di mobilitazione convocata dai sindacati e dalle organizzazioni sociali e che culmina nello sciopero di oggi, un centinaio di dirigenti e militanti della CUT – compresa la presidente Bárbara Figueroa – sono andati a protestare direttamente di fronte al Palazzo de la Moneda, sede del governo. I lavoratori e i sindacalisti hanno esposto bandiere e striscioni, ed hanno dato vita ad un rumoroso cacerolazo contro l’esecutivo, utilizzando pentole e mestoli.
Oggi a Santiago i lavoratori e gli studenti – alla mobilitazione hanno aderito alcuni movimenti e sindacati studenteschi delle scuole superiori e delle università – sfileranno dietro uno striscione che recita “Lavoratori per la giustizia e l’eguaglianza in Cile”, slogan deciso dai 250 delegati e delegate che hanno partecipato all’ultimo comitato esecutivo della Cut.
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Daniele
Solo un messaggio ai compagni cileni: hasta la victoria siempre!