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27 ottobre. Pioverà o non pioverà: governo ladro!

“Noi scendiamo in piazza per coprire un vuoto politico che c’è in Italia. Cioè, l’opposizione a Monti e alle suo politiche in quanto tali, il rifiuto delle politiche di austerità e rigore che oggi stanno distruggendo l’Italia e l’Europa”. E’ questa la cifra che indica Giorgio Cremaschi sul No Monti Day di domani a Roma. Chi non ci sarà in piazza? “Quelli che fanno le primarie del centrosinistra ma anche Cgil, Cisl e Uil, i gruppi dirigenti almeno. Fanno una finta opposizione a Monti e ovviamente non tollerano che ci sia chi prova a farla sul serio” afferma perentoriamente Cremaschi che insieme al Comitato No Debito, ha fortissimamente voluto la manifestazione del 27 ottobre.
Dello stesso avviso un altro attivista storico come Franco Russo, anche lui oggi impegnato nel movimento No Debito: “Il punto centrale della manifestazione è già nello slogan: No Monti Day. Nel nostro paese nessuna forza politica importante dice No alle politiche di questo governo. Che del resto è sostenuto dalla stragrande maggioranza del parlamento italiano”.

“Domani si svolgerà a Roma una grande manifestazione, l’unica contro Monti e il suo Governo”, annuncia Emidia Papi, dell’Esecutivo nazionale della Usb. “La questione centrale che attraverserà questa giornata di lotta è, e rimane, la richiesta di cacciare Monti e il suo governo, che sale sempre più forte nel paese”. “Per l’USB il No Monti Day rappresenta quindi una tappa importante – ci tiene a sottolineare Emidia Papi – che darà forza a chi a livello sociale, sindacale e politico si sta opponendo alle misure antipopolari di Monti, Fornero e Passera”. In piazza al No Monti Day ci saranno stavolta tutti i sindacati di base e conflittuali. “Il 27 ottobre sarà una grande manifestazione nazionale a Roma contro le politiche del Governo Monti” sostiene Sergio Bellavita, escluso dalla segreteria Fiom ed esponente della Rete 28 Aprile della Cgil. “Sarà solo l’inizio della necessaria ripresa generalizzata del conflitto. La misura è colma da tempo. In Europa si continua a lottare contro le politiche dell’Unione Europea e della BCE che salvano banche, profitti e cancellano diritti, occupazione, salari. Da noi quando?”. “Scenderemo in piazza insieme all’Europa che lotta per dire NO al governo, alla distruzione di scuola, sanità e  servizi sociali, alla chiusura delle fabbriche, ai licenziamenti, alla cancellazione dei diritti del lavoro, al blocco dei contratti e degli scatti, all’aumento dell’orario per i docenti, al concorsaccio per i precari, alla deportazione degli insegnanti inidonei” scrive in una nota Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas.

Andando a sbirciare cosa pensano le organizzazioni “politiche” della sinistra che saranno domani nella manifestazione del No Monti Day, colpisce il segretario del Prc Paolo Ferrero che estende il bersaglio critico dell’iniziativa anche a Napolitano. “I ripetuti interventi del Capo dello Stato sulla necessità di una continuità tra la politica antipopolare praticata dal governo Monti e il prossimo esecutivo sono del tutto impropri” ha detto Ferrero “Il Presidente della Repubblica è una figura di garanzia mentre Napolitano esprime chiaramente opinioni politiche di parte, appoggiando una politica economica che viola palesemente la Costituzione italiana. È  infatti evidente che Monti sta facendo una politica completamente sbilanciata a favore dei ricchi, delle banche e delle classi dominanti e inoltre sta distruggendo ogni sovranità nazionale e democratica sulla politica economica”. Come sarà il No Monti Day: “Manifesteremo come sempre pacificamente, a volto scoperto, in modo assolutamente nonviolento, per dire al governo dei “tecnici” che se ne devono andare a casa” dice Ferrero.
Più articolata la valutazione dell’area di Sinistra Critica secondo cui “La costruzione del No Monti Day è stata quindi promossa principalmente da organizzazioni politiche e sindacali di base che hanno scelto una modalità più tradizionale, basata sulla classica manifestazione del sabato pomeriggio. Una scelta giusta ma che non scommette sufficientemente sulla possibile dinamica di attivazione di un movimento “alla greca” o “alla spagnola” nel nostro Paese”. Una diversità questa sicuramente vera, ma che non può certo essere circoscritta alla sola modalità della costruzione della manifestazione del No Monti Day.
“Se in Italia il conflitto sociale organizzato langue ci sono ragioni più profonde” afferma Mauro Casadio della Rete dei Comunisti “Un primo motivo della stagnazione del conflitto nel nostro paese è certamente la condizione materiale che si vive in Italia, dove esiste ancora un sistema produttivo ed economico molto più robusto dei paesi “in movimento” come Spagna e Grecia, questa però è una condizione transitoria perché quote sempre maggiori di popolazione stanno scivolando verso il basso”. Ma non c’è solo il dato sociale, secondo Casadio infatti “Ci eravamo abituati ad un’altra situazione “di movimento” che adesso non c’è più. Oggi è costretta a cambiare anche la percezione del e sul conflitto sociale. Dobbiamo renderci pienamente conto del fatto che il conflitto si rende possibile solo sedimentando di nuovo forze sociali organizzate e soggettività politiche, che possiedano l’inderogabile caratteristica della completa indipendenza pratica e politica”. Ma la manifestazione del 27 ottobre è utile in questo senso? “Come abbiamo scritto oggi su Contropiano forse la manifestazione del 27 ottobre non sarà ancora la “fine della nottata” per il conflitto sociale nel nostro paese ma è sicuramente un passaggio importante contro il governo Monti e per affermare con forza la necessità dell’indipendenza politica dal centro sinistra e dai suoi “alleati” diretti ed indiretti” chiosa Mauro Casadio.

E in Italia dunque il conflitto è ancora in letargia? Alcune realtà di movimento rispondono che “Seppure non ci troviamo di fronte a fenomeni di massa dell’ampiezza di quelli che si sono prodotti negli altri paesi del sud, le piazze degli studenti medi delle ultime settimane ci hanno segnalato che si è aperto uno spazio di conflitto, che non esiste solo rassegnazione, che una generazione ha voglia di rimettersi in cammino e battere sentieri tutti da esplorare” dicono nel loro appello per il No Monti Day gli studenti e le studentesse della Sapienza, anche loro domani saranno nel corteo con un loro spezzone insieme ai precari della scuola e ai soggetti della conoscenza.
Una manifestazione, quella di domani, dunque che camminerà su tante gambe, giovani e meno giovani. Camminerà anche sulle gambe di chi non può farlo e che in qualche modo contribuirà a fare la cifra politica e sociale della manifestazione: “Scegliamo dunque questa data, il 27 ottobre, per combattere contro una sanità povera per i poveri, per farla uscire dagli ospedali e portarla nelle piazze, nelle scuole, nei quartieri, a fianco di chi deve stare: i cittadini tutti, senza distinzioni di abili e disabili, autosufficienti e non”, è quanto annunciano i disabili gravissimi in sciopero della fame contro i tagli del governo e che hanno deciso di essere in piazza domani, 27 ottobre a Piazza della Repubblica.

In tanti guardano preoccupati i nuvoloni di pioggia che si accumulano su Roma. Che domani piova o non piova è il caso di dirlo: governo ladro!!! Tutti in piazza!

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