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Egitto: scontri tra islamisti e polizia, 7 morti e 400 arresti

E’ di 7 morti e 261 feriti il bilancio ufficiale dei violenti scontri avvenuti durante l’intera nottata fra polizia in assetto antisommossa e i sostenitori del presidente destituito Mohammed Morsi al Cairo. Le cifre sono state fornite in tarda mattinata da fonti del ministero della Sanità egiziano. Secondo fonti del ministero degli interni invece almeno 400 dimostranti islamisti sono stati arrestati nella zona di Ramses nella capitale.

Cinque persone hanno perso la vita nel quartiere di Guizeh, a sud ovest del Cairo, e altre due nella zona in prossimità del centralissimo ponte 6 ottobre, uno dei principali sul Nilo, e della piazza Tahrir, ha riferito il capo dei servizi di emergenza, Mohammed Soltan. Il bilancio di sette morti è stato confermato da un alto funzionario del ministero della Sanità, il dottor Khaled al Khatib, citato dall’agenzia Mena. Gli scontri, i più violenti degli ultimi giorni, sono scoppiati dopo l’Iftar, il pasto serale che segue il digiuno diurno durante il ramadan, quando centinaia di giovani con il volto coperto hanno bloccato il ponte 6 ottobre. La polizia è intervenuta con i lacrimogeni mentre gli elicotteri sorvolavano la zona. Ne sono nati scontri che si sono prolungati per ore ed estesi ad altre zone. Sempre secondo Soltan, oltre ai cinque decessi, gli scontri avvenuti nei pressi del ponte 6 ottobre, nella centralissima zona di Ramses, hanno provocato 125 feriti. A Guizeh, ha aggiunto, si sono contati 130 feriti. Secondo la stessa fonte, sei persone sono rimaste ferite davanti alla moschea Rabaa al Adawiya, dove decine di migliaia di sostenitori di Mohamed Morsi hanno nuovamente manifestato ieri sera per chiedere il ritorno del presidente deposto e arrestato dai militari.

I sostenitori di Morsi hanno manifestato anche, sempre durante la notte, davanti al consolato Usa ad Alessandria, nel nord dell’Egitto. “La nostra protesta davanti al consolato Usa é rivolta contro i veri leader del colpo di Stato”, ha affermato Anas El-Qadi, portavoce della Fratellanza ad Alessandria. Il movimento islamico ha chiesto “l’espulsione dell’incaricato d’affari Usa e dell’ambasciatore Ann Paterson, in quanto é diventato chiaro al popolo egiziano il ruolo avuto dall’amministrazione Usa nell’organizzazione del golpe”. Le proteste si sono svolte all’indomani dell’arrivo al Cairo del vicesegretario di Stato Usa, William Burns, che ha incontrato i leader del nuovo governo ad interim, sostenuto dai militari e da alcuni partiti dell’opposizione liberale e di centrosinistra.

Burns ha detto di voler incontrare anche alcuni rappresentanti dei partiti di opposizione al governo dei Fratelli Musulmani spazzato via dall’intervento dell’esercito, ma almeno ufficialmente il movimento Tamarod ha declinato l’invito: “Prima di tutto, [gli Stati Uniti] devono conoscere il nuovo sistema – ha detto il fondatore di Tamarod, Mahmoud Badr – Poi, devono scusarsi per il sostegno al partito e al terrorismo dei Fratelli Musulmani. Solo allora ci penseremo”.

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