Menu

Sciopero generale in Colombia. Governo schiera l’esercito, sei morti

Sempre più tesa la situazione in Colombia, scossa da uno sciopero contadino contro il Trattato di Libero Commercio con gli USA che sta coinvolgendo settori crescenti della popolazione. Il governo decide la repressione selvaggia e schiera i militari nelle strade.

Il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha ordinato oggi all’esercito di militarizzare la capitale del paese Bogotà e di rafforzare la propria presenza in alcune regioni del paese per impedire le violente proteste popolari degli ultimi giorni, già represse nel sangue dagli apparati di sicurezza. La decisione segue due settimane di posti di blocco istituiti ovunque dalla polizia e l’imposizione ieri del coprifuoco in tre aree densamente popolate della capitale per tenere sotto controllo le manifestazioni. “Ieri notte – ha detto Santos in un intervento alla tv pubblica – ho ordinato la militarizzazione di Bogotà e oggi farò la stessa cosa in ogni comune dell’area in cui ritengo ci sia bisogno della presenza militare”. Secondo le notizie fornite da diversi media colombiani sarebbero oltre 50 mila i soldati mobilitati dal governo contro il cosiddetto ‘Paro Nacional’, lo sciopero generale a tempo indeterminato convocato da numerose organizzazioni popolari contro le politiche neoliberiste e repressive di uno degli ultimi governi dell’America Latina rimasto fedele a Washington.

 

Ieri decine di migliaia di ‘campesinos’, sostenuti da autotrasportatori, studenti, medici, lavoratori statali, dipendenti del commercio e precari, hanno marciato nelle strade delle principali città della Colombia, inclusa la capitale Bogotá, nell’11° giorno del “Paro nacional agrario”. A cominciare una protesta che si è presto estesa e intensificata erano stati due settimane fa i contadini produttori di patate, cipolle, frutta e latticini che stanno paralizzando con i loro blocchi stradali importanti arterie in diverse regioni del paese, ostacolando anche il rifornimento di generi di prima necessità nei centri abitati. Secondo il ministero dell’Interno solo ieri sono state realizzate 48 diverse manifestazioni e oltre 70 blocchi stradali in otto stati.

In diverse occasioni i manifestanti hanno bloccato gli autobus pubblici e costretto i passeggeri a scendere. Scontri si sono registrati in alcune zone di Bogotà dove i contadini, i lavoratori delle imprese petrolifere, camionisti, lavoratori della sanità, esponenti del partito di sinistra Marcha Patriotica e attivisti sindacali hanno sfilato in corteo da diversi punti della città fino a Plaza de Bolívar, nel centro storico, dove sono stati dispersi violentemente dalla polizia antisommossa con gas lacrimogeni, proiettili di gomma e gli idranti. In piazza sono scesi anche migliaia di studenti universitari che hanno sfilato in corteo a partire dalle diverse facoltà. In alcuni casi i manifestanti, con il volto coperto, hanno opposto resistenza agli agenti dell’Esmad (Squadroni Mobili Antisommossa) lanciando pietre e bottiglie, o erigendo barricate, e sono stati segnalati anche saccheggi di negozi di lusso e incendi di automobili. In tre zone densamente popolate del sud e del nord-ovest della capitale il sindaco di Bogotà, appartenente all’opposizione di centro-sinistra, Gustavo Petro, ha decretato il coprifuoco dalle 20:30 fino alle 5:00 di stamane. Ciò non ha impedito a gruppi di manifestanti di imbrattare le facciate di diverse banche con la vernice rossa e di scrivere slogan come “Qui sta il denaro dei contadini colombiani”, un’accusa esplicita nei confronti del settore finanziario di rovinare milioni di piccoli agricoltori locali a beneficio degli interessi di Washington e delle grandi multinazionali.
Al termine della giornata di ieri solo nella capitale si sono contati 147 feriti e alcune decine di arrestati, ma anche due vittime: un ragazzo di 17 anni morto nel quartiere di La Gaitana dopo essere stato ferito da un proiettile sparatogli in testa da un poliziotto e un altro manifestante ucciso nella zona di Engativà. Sono diventate così sei in tutto le vittime della mobilitazione antigovernativa. Segnalato anche un poliziotto in gravi condizioni.

1manibogotà1Mentre il presidente Santos accusa i manifestanti di essere ‘vandali’, il ministro della Difesa, Juan Carlos Pinzón ha tuonato: “È chiaro che (fra i manifestanti) non vi sono colombe, ma solo vandali criminali al servizio di interessi oscuri, di certo dei terroristi delle Farc, in alcuni casi, e dei loro referenti politici”. I contadini protestano perché i costi di produzione ormai superano i miseri introiti derivati dalla vendita delle loro merci: denunciano soprattutto gli alti costi dei fertilizzanti, ma anche l’aumento delle importazioni di alimenti, effetti dei trattati di libero commercio firmati dal governo nel settore agricolo e che facilitano l’ingresso nel paese di prodotti statunitensi. “Se il governo non risponde adeguatamente, le marce proseguiranno” ha minacciato Julio Roberto Gómez, presidente della Confederazione generale del lavoro, un coordinamento tra diversi sindacati del paese.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *