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Grecia: retata contro Alba Dorata, in manette un ex poliziotto

Continuano le indagini contro Alba Dorata, dopo l’uccisione di Pavlos Fyssas, e sull’onda di una indignazione popolare che questa volta non sembra rientrare nonostante i tentativi di una parte della stampa di presentare il suo omicidio come la conseguenza di una guerra tra bande o di una rissa scoppiata per futili motivi.

Le autorità elleniche hanno fatto sapere che almeno altri cinque membri del partito neonazista saranno inquisiti per le loro responsabilità nell’assassinio del rapper antifascista accoltellato a morte da Giorgos Roupakias. Insieme a lui sono già stati denunciati la moglie e due esponenti locali del partito. Secondo alcune fonti la polizia avrebbe identificato tutti gli squadristi che hanno partecipato all’agguato culminato con l’uccisione dell’artista noto come Killah P, anche se tutte le testimonianze parlano in realtà di alcune decine di aggressori.
Il Tribunale Supremo ha aperto da parte sua una indagine contro 33 membri dell’organizzazione, tra i quali alcuni deputati, per vari atti di violenza e in particolare per l’agguato omicida della notte del 17 settembre nel quartiere di Keratsini.
Intanto Giorgos Roupakias è stato trasferito nel carcere di Malandrinos, nel centro della Grecia, dopo che il direttore della prigione di massima sicurezza di Koridallos (alla periferia di Atene) si è rifiutato di ‘accoglierlo’ per paura della reazione degli altri detenuti. L’ex camionista disoccupato, diventato da tempo un sicario sul libro paga dei neonazisti greci, è il primo degli indagati a finire in carcere.

Secondo il quotidiano Ekhatimerini alcuni ex membri del movimento di estrema destra, che hanno abbandonato Alba Dorata subito dopo l’omicidio, hanno raccontato che data la rigida catena di comando che regola l’organizzazione è impensabile che dei militanti abbiano deciso l’assalto senza un diretto ordine dei dirigenti nazionali. Un ‘pentito’ ha anche rivelato che Fyssas era in cima ad una vera e propria lista nera stilata da Chrysi Avgi contro i suoi avversari politici, perché il rapper dedicava molte delle sue canzoni alla denuncia della violenza dell’organizzazione neonazista e delle sue campagne razziste.

Intanto la polizia continua anche le perquisizioni di alcune sedi del partito. Nella notte gli agenti hanno fatto irruzione all’interno dei locali di Chrysi Avgi ad Agrinio, un comune dell’ovest della Grecia, mentre altri arrestavano un ex agente di polizia di 45 anni che da alcuni mesi lavorava come guardia del corpo di un deputato del partito neonazista; nella sede perquisita sono stati sequestrati alcuni effetti personali appartenenti all’ex agente e una cartuccera con 17 proiettili da caccia, oltre ad alcune armi improprie. Nel settembre dello scorso anno il poliziotto era stato esonerato dal servizio proprio perché sospettato di aver partecipato, insieme al deputato di Alba Dorata Kostas Barbaroussis e ad altri squadristi, ad una razzia contro alcune bancarelle gestite da immigrati nella cittadina vicina a Missolungi. La stampa greca informa che l’immunità parlamentare di Barbaroussis è stata nel frattempo revocata per consentire alla magistratura di processarlo. Secondo le autorità di pubblica sicurezza nei prossimi giorni altre sedi di Alba Dorata potrebbero essere perquisite dopo la destituzione e il trasferimento che nei giorni scorsi ha colpito diversi responsabili della Polizia ellenica sospettati di essere collusi con i neonazisti.
E mentre alcune dichiarazioni dei dirigenti del partito neonazista sembrano addirittura incitare al colpo di stato in Grecia continuano le manifestazioni antifasciste. Oggi alle 18 i sindacati e alcuni partiti di sinistra hanno dato vita ad un raduno antifascista in piazza Syntagma, davanti al parlamento, nell’ambito dello sciopero generale di 48 ore che da ieri sta semiparalizzando il paese contro i tagli nel settore pubblico decisi dal governo ellenico sotto dettatura dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale.

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