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“Chiude” lo stato federale Usa

In Italia siamo abituati ad avere politici irresponsabili e non ci facciamo più tanto caso. Ma anche negli Stati Uniti sono abbastanza fuori di testa. Al termine di un estenuante braccio di ferro sull’innalzamento del tetto del budget federale, infatti, l’amministrazione Obama e i repubblicani non hanno trovato l’accordo. Così lo Stato federale Usa da stamattina “chiude”. Non accadeva da 17 anni, è il temuto “shutdown” che secondo molti analisti mette addirittura in discussione la fragilissima  ripresa economica Usa e mondiale.

Non si tratta naturalmente di una “chiusura” vera e propria, ma di un funzionamento ridotto all’osso, ai soli servizi consideratii essenziali. Circa 800mila dipendenti statali non riceveranno più stipendio, l’esercito invece lo avrà comunque (lo ha assicurato lo stesso Barack Obama, con un messaggio video alle truppe nel quale ha denunciato l’irresponsabilità del Congresso e dei repubblicani).
Molti uffici federali resteranno chiusi a partire da questa mattina, musei e parchi nazionali seguiranno la stessa sorte. Una paralisi che rischia di costare miliardi di dollari al giorno in danni economici – 55 miliardi se durerà tre o quattro settimane, secondo le stime di Moody’s. Una mazzata per i consumi e gli investimenti, che avrà effetti sostanziosi sul Pil (quello statunitense ammonta a poco più di 15.000 miliardi di dollari l’anno).

Il vero scontro è stato però sulla riforma sanitaria: il partito repubblicano, che ha la maggioranza alla Camera, ha deciso di bloccare ogni finanziamento alla controversa Obamacare, proponendo un via libera ai fondi a patto che si ritardasse di un anno l’entrata in vigore della riforma, che deve andare in vigore a partire da oggi. In pratica, i repubblicani pretendevano e pretendono che persino i modesti effetti della riforma – che interessa circa 35 milioni di americani poveri – venissero cancellati (il rinvio di un anno era soltanto l’ultimo compromesso proposto per ricominicare poi la prossima volta dallo stesso punto) pur di riaffermare il principio ideologico della “libertà individuale di curarsi”… senza soldi.

Nelle ultime ore Obama aveva chiesto che la Camera approvasse una legge per assicurare fondi allo Stato federale per le prossime sei settimane (e non per un anno, in modo da poter proseguire “la trattativa”), senza però ritardare l’entrata in vigore della riforma sanitaria.

I deputati repubblicani hanno ancora una volta cercato di prender tempo.  proponendo al Senato (dove la maggioranza è invece democratica), una commissione speciale dove iniziare un lungo negoziato formale sul Budget. Il tutto appena un’ora prima della mezzanotte, orario limite per l’accordo.  Sembra di avere di fronte la Santanché, vero?
C’è grande confusione al vertice dell’impero, l’egemonia si incrina…

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