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Argentina: scoperta una lista di artisti antifascisti da eliminare

Che il regime militare argentino degli anni ’70 volesse eliminare – oltre ad attivisti politici e sindacali invisi al fascismo – anche una lunga serie di artisti e intellettuali era noto. Anche perché molte menti brillanti pagarono con la vita la loro opposizione alla giunta militare, o dovettero riparare all’estero. 

Ma ora il ministro della Difesa di Buenos Aires, Agustin Rossi, ha reso noto che dopo 30 anni sono stati ritrovati alcuni documenti stilati dai capi della dittatura che insanguinò il paese dal 1976 al 1983, durante il ‘Processo di Riorganizzazione Nazionale’ come lo denominava il dittatore Videla,. Tra i 280 diversi documenti scoperti in un seminterrato della sede dell’Aeronautica Militare di Buenos Aires c’è anche una lunga black list con i nomi di numerosi artisti e intellettuali argentini da togliere di mezzo. La lista nera è composta da 331 nomi, catalogati a seconda della loro ‘pericolosità’ per i gerarchi militari: dalla notissima cantante Mercedes Sosa al compositore di tango Osvaldo Pugliese, dall’attrice Norma Aleandro allo scrittore Julio Cortazar fino all’autrice di libri per bambini Maria Elena Walsh.

I documenti sono divisi in sei diversi file e le date vanno dal giorno del colpo di stato militare, il 24 marzo del 1976, fino a quando, il 10 dicembre 1983, tornò una parvenza di democrazia con il presidente Raul Alfonsìn. I documenti, in alcuni casi veri e propri manuali, contengono anche precise istruzioni su come respingere le accuse internazionali sul rapimento degli oppositori e sulla loro scomparsa. 
“La maggior parte dei documenti sui desaparecidos riguardava cosa dire all’opinione pubblica” ha spiegato durante una conferenza stampa il Ministro Rossi. “La discussione interna verteva su come interagire con i media e sui termini con cui fare riferimento ai desaparecidos, ricorrendo ad eufemismi”.

Fra le informazioni contenute nel materiale rinvenuto dentro due casseforti e due armadi, ha spiegato Agustìn Rossi, alcune sono relative ai settori economici civili dell’epoca e in particolare al caso della famiglia Graiver: al momento la magistratura sta accertando se i Graiver furono costretti dal regime militare a vendere la loro Papel Prensa, unica azienda che produce carta per i giornali in tutta l’Argentina, ai quotidiani Clarín, La Nación e La Razón, già querelati per crimini contro l’umanità.

Negli scantinati del palazzo Condor dell’Aeronautica Militare sono stati ritrovati anche registri contenenti i nomi dei familiari che chiedevano notizie dei loro parenti ‘desaparecidos’, fra cui quello di Hebe de Bonafini, presidente della associazione delle ‘Madres de Plaza de Mayo’.

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1 Commento


  • Sergio Martella

    La giunta Videla era cattolico-fascista . Troppo spesso e troppa gente fa finta di dimenticarsene.

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