Menu

Atene: scontri allo sciopero generale. La polizia assalta la tv occupata

Notizia in aggiornamento

Ad Agia Paraskevi, periferia di Atene, i reparti antisommossa della polizia ellenica sono arrivati all’improvviso, durante la notte. E prima dell’alba hanno dato letteralmente l’assalto alla sede principale della televisione pubblica ERT, occupata dai lavoratori ormai da cinque mesi, da quando cioè con un blitz il primo ministro Antonis Samaras ne dispose la repentina chiusura.

I celerini hanno fatto irruzione nell’ex televisione di stato alle 4.15 sfondando una porta laterale, accompagnati da un magistrato, facendosi strada nell’edificio con un fitto lancio di gas lacrimogeni.
Il magistrato ha intimato ai 50 dipendenti che in quel momento si trovavano all’interno di abbandonare l’edificio, e coloro che si sono opposti sono stati trascinati via dai poliziotti mentre altri si dedicavano a fare una sorta di inventario delle apparecchiature presenti all’interno degli studi e degli uffici. Nel frattempo un imponente dispositivo di sicurezza ha completamente isolato le strade circostanti, proibendo a giornalisti e attivisti sindacali, ma anche a numerosi parlamentari della sinistra accorsi, di poter entrare all’interno dell’edificio. Un deputato di Syriza, Karaghiannidis, è stato spintonato pesantemente da un agente in tenuta antisommossa con il suo scudo. Dopo qualche ora all’interno e attorno all’edificio sono scoppiati alcuni scontri, quando gli agenti hanno di nuovo sparato lacrimogeni contro alcune centinaia di manifestanti e lavoratori che protestavano. Quattro persone sono state fermate ma poi rilasciate dopo poco tempo per ordine del ministro dell’Ordine Pubblico, Nikos Dendias.

Dall’inizio del blitz i lavoratori della ERT hanno rinnovato il loro appello ai cittadini e ai lavoratori di altri settori in lotta affinché manifestino la loro opposizione alla decisione dell’esecutivo ed esprimano la propria solidarietà ai dipendenti dell’ex ente radiotelevisivo di stato che rischiano il licenziamento (tra i 2500 e i 3000).

Lo scorso 11 giugno Antonis Samaras ordinò alla polizia l’immediata chiusura di vari canali tv e radio della Ert, mandando alcuni agenti a sabotare gli impianti di trasmissione per impedire che le maestranze dell’ente potessero autogestire i programmi. Ma numerosi dipendenti da 5 mesi sono in lotta e vaste proteste popolari avevano finora obbligato il governo a fare un parziale dietrofront autorizzando alcune trasmissioni in una versione assai ridotta rispetto a quella precedente la chiusura, attraverso la creazione di un nuovo ente pubblico, il Nerit, assai ridimensionato rispetto al passato. D’altronde i tribunali avevano dichiarato illegale il distacco del segnale ordinato dall’esecutivo ordinando a Samaras di ripristinare le trasmissioni, cosa che però il governo formato da Nea Dimokratia e Pasok hanno tardato due mesi a fare, attraverso una minicatena televisiva denominata Dimosia Tileorasi.
Ma per tutto il tempo centinaia di dipendenti, molti dei quali già licenziati, hanno portato avanti l’occupazione degli studi della ERT ed hanno continuato le trasmissioni aggirando in parte attraverso internet il sabotaggio dei trasmettitori.
Fino all’incredibile blitz poliziesco di questa notte. Per il portavoce del governo, Simos Kedikoglou, l’operazione ha segnato “la fine di un’occupazione illegale”: “Le autorità hanno applicato la legge”, ha dichiarato.
Davanti alla sede della Ert ad Atene rimangono a protestare centinaia di persone, e per oggi pomeriggio manifestazioni contro il governo sono state convocate in tutte le maggiori città della Grecia.

La prova di forza del governo contro i lavoratori della tv pubblica è arrivata a poche ore dalla conclusione dello sciopero generale di 24 ore che ieri ha bloccato la Grecia per l’ennesima volta contro le politiche di massacro sociale ordinate dalla troika.
Nonostante le condizioni metereologiche davvero terribili ad Atene alcune decine di migliaia di lavoratori hanno sfilato in corteo in centro, dopo aver dato vita a presidi nei pressi delle università e di alcuni ministeri ed edifici governativi. Alla fine, causa pioggia torrenziale, i sindacati ufficiali Gsee e Adedy hanno disdetto il corteo previsto. Ma alcune correnti di Syriza e i sindacati di base hanno deciso di sfilare comunque, ed alcune migliaia di lavoratori sono arrivati fin sotto il parlamento, blindato dal consueto sistema di transenne e cordoni di polizia. In piazza Syntagma attivisti e lavoratori – in prima fila l’Olme, il sindacato della scuola – hanno cominciato a spingere sulle transenne cercando di rimuoverle, e per tutta risposta i reparti antisommossa schierati a protezione del Parlamento hanno cominciato a spintonare e respingere i manifestanti. Nel frattempo in piazza erano arrivate alcune migliaia di persone, in particolare lavoratori dei settori più penalizzati dai tagli del governo.
Poco prima era andato in scena il corteo del sindacato comunista Pame, a poca distanza, con diecimila lavoratori in piazza nonostante la pioggia.
Molti cortei e presidi si sono svolti in tutto il paese, addirittura tre le manifestazioni a Salonicco. A funestare la giornata e ad aumentare la rabbia ci ha pensato la notizia di un anziano 74enne di Chanià, a Creta, che dopo aver ricevuto l’ingiunzione di sfratto esecutivo ha deciso di togliersi la vita sparandosi un colpo di pistola al petto. La richiesta del blocco degli sfratti era una delle rivendicazioni dello sciopero generale di ieri. Una delle tante.

Ad accendere ulteriormente gli animi anche la decisione del premier Samaras di denunciare i dirigenti dei sindacati dei dipendenti dell’Università e del Politecnico di Atene per impedire che potessero scioperare. Uno sciopero sacrosanto, hanno ribadito le organizzazioni dei lavoratori, visto che il governo fantoccio ND-Pasok vuole licenziare addirittura il 48% dei dipendenti amministrativi delle università elleniche. Alcuni rettori e responsabili stanno boicottando i licenziamenti, rifiutandosi di compilare le liste dei dipendenti da tagliare, e il governo risponde con denunce penali e sanzioni amministrative.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *