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Libia. Gasdotto circondato dai manifestanti, l’Eni lancia l’allarme

Un vero affare, la guerra alla Libia e la liquidazione di Gheddafi…

«Proprio in queste ore il terminal di Mellitah da cui parte il gasdotto Greenstream, che raggiunge la Sicilia, è sotto attacco da parte di manifestanti che ci stanno spingendo a chiudere completamente le esportazioni verso l’Italia». Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, ha lanciato l’allarme stamattina. Però, subito dopo, ha voluto “rasserenare” tutti dicendo che non vede «problemi di approvvigionamento» per l’Italia. Altre robuste forniture di idrocarburi, infatti, arrivano «da tante parti del mondo». E per fortuna che l’autunno, anche dal punto di vista climatico, è stato particolarmente “caldo”; i consumi energetici sono stati quindi molto più limitati del normale, consentendo di accumulare scorte.

 Da una settimana, riporta l’Afp, rappresentanti della tribù amazigh hanno organizzato sit-in e manifestazioni davanti all’impianto di Mellitah al fine di ottenere dallo Stato libico i diritti di lingua e culturali che erano riconosciuti dalla vecchia Costituzione alle minoranze etniche (oltre agli amazigh, anche toubou, e tuareg). Il terminal del gas è gestito da una società mista Eni-Libia che controlla in parti uguali gli impianti. Fornisce all’Italia 17 milioni di metri cubi di gas al giorno attraverso il gasdotto GreenStream.

 

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1 Commento


  • Gino

    Un piccolo appunto: gli Amazigh non sono una tribù, ma un insieme di tante tribù, ovvero Amazigh è sinonimo di Berberi. Grazie delle testimonianza e del lavoro svolto.

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