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“Larghe intese” alla tedesca, ovvero Deutschland über alles

Spd e Cdu, Merkel e Schulz. Hanno raggiunto l'”accordo programmatico” per formare il governo di Berlino. “Larghe intese”, come previsto dopo i risultati elettorali. Ma non match pari, visto che la Spd arretra ancora e frau Angela ha il vento in poppa. L’aumento della spesa pubblica sarà pari a 23 miliardi di euro, la metà di quanto richiesto dalla Spd, che ha rinunciato anche ad un aumento delle aliqtuote fiscali per i redditi più alti (non sia mai detto…).

I contenuti dell’accordo fin qui resi noti sono abbastanza espliciti: faremo campare (appena appena) un po’ meglio i nostri concittadini, ma non troppo. Quindi potranno consumare qualcosa in più, ma non così tanto da diventare la “locomotiva” dei consumi europei; non così tanto, insomma, da “trainare” le esportazioni dei partner con l’acqua alla gola. Angela, insomma, tiene ben fermo il piede sul tubo dell’ossigeno che porta alla sopravvivenza dei Piigs.

In dettaglio: salario minimo portato a 8,5 euro l’ora (non certo i 10 proposti dall’Spd, comunque pochini in un paese in cui il salario medio viaggia sopra i 2.000 euro al mese). 1.300-1.400 euro al mese, se volete di più affogatevi con gli straordinari. Si tratta in pratica di una parziale retromarcia rispetto alla flessibilità contrattuale “spinta”  introdotta negli anni 90 dalle “riforme Hartz”. ma entrerà in vigore solo nel 2017.

Le pensioni saranno leggerissamente più generose, ma a condizioni veramente capestro: verranno riconosciuti contributi aggiuntivi alle donne che hanno sospeso il lavoro per accudire i figli e concessa la pensione piena, senza penalità, già a 63 anni (invece di 67), ma solo in presenza di 45 anni di contributi.

Tra le novità, l’introduzione del pedaggio autostradale – in Germania sono quasi tutte gratuite – ma solo per gli stranieri (pagando un bollino all’ingresso nel paese, come in Svizzera e in Austria).

 

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