A Gamonal la lotta ha pagato, e il sindaco di Burgos è stato obbligato dopo sei giorni di manifestazioni, barricate e scontri a paralizzare seppur momentaneamente i lavori di gentrificazione di una zona del combattivo quartiere periferico. Nonostante il risultato ottenuto, l’assemblea degli abitanti di Gamonal hanno deciso di non abbandonare la mobilitazione. Una mobilitazione che sembra aver risvegliato altri settori sociali e politici rimasti relativamente alla finestra, in altre parti dello Stato Spagnolo. D’altronde i motivi per protestare non mancano: disoccupazione tra il 25 e il 30%, emergenza sfratti, picco dei suicidi, chiusura e privatizzazione degli ospedali, il governo che restringe il diritto di manifestazione ed espressione ed è in procinto di proibire quasi completamente l’interruzione volontaria di gravidanza.
Ieri manifestazioni e presidi si sono tenute in varie città, in appoggia alla lotta degli abitanti di Gamonal e contro il Partito Popolare, la corruzione, la gestione liberista e autoritaria della crisi, il giro di vite contro le libertà civili. Migliaia di persone sono scese in piazza a Oviedo, Gijon, Siviglia, Palencia e Valladolid.
Nella capitale dello Stato circa mille manifestanti, chiamati in piazza dal coordinamento 25-S – che i media etichetterebbero come ‘indignados’ – hanno deciso di andare a protestare proprio sotto la sede nazionale del Partito popolare nella ormai famigerata calle Genova. L’iniziativa è iniziata intorno alle 19, quando i dimostranti si sono concentrati a Puerta del Sol ed hanno cominciato a gridare slogan come “siamo tutti Gamonal”, “celerini via da Burgos”, “libertà per gli arrestati”. Poco dopo i manifestanti sono partiti in corteo alla volta di Calle Genova, completamente blindata dalle forze di sicurezza che avevano anche chiuso il Parco del Retiro e la stazione della metropolitana di Atocha.
Quando era chiaro che la polizia non avrebbe permesso ai manifestanti di potersi avvicinare alla sede del partito di governo circondata dalle transenne e dai cordoni di celerini, alcuni giovani hanno lanciato qualche petardo. Nulla di particolarmente pericoloso. Ma i reparti antisommossa a quel punto hanno cominciato a caricare la folla e dopo circa un’ora di mordi e fuggi e barricate, alcune delle quali incendiate, nel centro di Madrid il bilancio è stato di 14 arrestati, tre dei quali minorenni. Tutti sono accusati ora di resistenza, danni, lesioni, oltraggio. Numerosi i contusi tra i manifestanti, visto che oltre ai manganelli i celerini hanno usato anche le pallottole di gomma.
Ha fatto scalpore il fatto che uno degli arrestati ieri sera sia un vigile del fuoco in servizio. Secondo le testimonianze riportate dai media spagnoli il pompiere avrebbe colpito un poliziotto con una testata dopo che questi gli aveva ordinato di mettere via gli attrezzi con i quali stava spegnendo il fuoco appiccato da alcuni dimostranti ad un cassonetto. Stamattina circa 200 vigili del fuoco hanno manifestato sotto la sede del tribunale di Madrid chiedendo l’immediata liberazione del loro collega arrestato.
L’atmosfera in Spagna si sta surriscaldando, sembra evidente.
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