Non è la prima volta che in Grecia proteste popolari organizzate avevano preso di mira l’aumento dei pedaggi autostradali e nel paese è attivo un movimento di massa che ha realizzato numerose iniziative di boicottaggio all’insegna dello slogan ‘Io non pago’ (Den plirono). Ma quello che è successo ieri sera nel centro-sud del paese rappresenta un indubbio salto di qualità.
A Malakasa, nella regione dell’Attica, circa 500 persone hanno attaccato e incendiato alcune delle cabine del pedaggio dell’autostrada tra Atene e Salonicco al culmine di una protesta contro l’esagerato aumento dei prezzi imposto dal consorzio privato che gestisce la trafficata via di comunicazione. Consorzio che la scorsa settimana ha elevato a 60 euro il prezzo del transito tra le due maggiori città del paese, dai circa 35 euro attualmente dovuti e dai 10 di pochi anni fa. Parte dell’autostrada tra Atene e Salonicco era gestita dalle imprese spagnolo Ferrovial e Acs che hanno chiesto e ottenuto dal governo un aumento delle tariffe in cambio dell’impegno a realizzarne altre due, ma che poi si sono ritirate dal progetto.
All’aumento dei prezzi, denunciano i detrattori, non corrisponde da anni né una modernizzazione della rete autostradale né una efficace manutenzione di quella esistente. Spesso gli utenti sono costretti a pagare degli esosi pedaggi per autostrade che in realtà sono delle normalissime strade statali ‘riqualificate’ solo dal punto di vista formale.
I dimostranti, abitanti delle località vicine e attivisti del movimento ‘Io non pago’, hanno dapprima bloccato il traffico, poi hanno ammassato diversi materiali attorno alle cabine del pedaggio e hanno appiccato il fuoco, gridando slogan contro il governo guidato da Antonis Samaras. Poi i manifestanti si sono spostati verso un altro pedaggio e qui, per circa mezzora, hanno alzato le sbarre permettendo agli autoveicoli in transito di passare senza pagare.
Anche per oggi i comitati hanno annunciato che continueranno con le iniziative di protesta contro il raddoppio del pedaggio non solo sull’autostrada tra la capitale e Salonicco ma anche su altre direttrici, unendo le loro proteste a quelle degli agricoltori da tempo in lotta contro l’aumento delle tasse nel loro settore.
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