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Libia: golpe ‘virtuale’ a Tripoli

Un golpe sventato o mancato? O solo minacciato senza mai mettere veramente in discussione il potere dei liberali e degli islamici ‘moderati’ che hanno preso il controllo di Tripoli dopo l’aggressione occidentale e la defenestrazione di Muammar Gheddafi? Per ora le notizie che arrivano dalla Libia sono contraddittorie ma da alcune ore la situazione in uno dei maggiori produttori di petrolio e gas del mondo ha tenuto col fiato sospeso parecchie cancellerie.

“La situazione a Tripoli è sotto controllo” ha detto il premier libico Ali Zeidan oggi pomeriggio anche se fonti vicine al governo precisano che “tutte le istituzioni sono in stato di allerta”, dopo le dichiarazioni del generale Khalifa Haftar che questa mattina ha chiesto lo “scioglimento del Parlamento”.
Zaidan inoltre avrebbe ordinato l’arresto di Haftar che, ha precisato il premier, “non fa più parte dell’esercito, è un pensionato”.
La richiesta di scioglimento del Parlamento da parte di Haftar era stata proferita in una video-dichiarazione dopo che Al Arabiya aveva annunciato la presa di Tripoli da parte delle milizie fedeli all’ex capo di stato maggiore.
“Il comando nazionale dell’esercito libico chiede la sospensione del Parlamento e la formazione di un comitato presidenziale per governare fino a nuove elezioni” aveva scritto Haftar nella dichiarazione rimbalzata immediatamente su tutti i media.
Anche perché poco dopo il ministro della Difesa Abdulah al Thani – riporta il quotidiano Libyan Herald – ha dichiarato che le forze armate hanno sventato un tentativo di golpe.

Haftar è considerato una delle più importanti figure nella vittoria militare dei ribelli contro Muammar Gheddafi, tre anni fa dopo esser stato una figura chiave del precedente regime nazionalista. Per il defunto rais ha infatti combattuto nella guerra contro il Ciad, alla metà degli anni ’70, poi cadde in disgrazia e fu costretto all’esilio negli Stati Uniti dove iniziò a collaborare, sembra, con la Cia. Rientrato nel Paese dopo l’inizio della rivolta pilotata dai paesi occidentali e dalle petromonarchie del golfo persico, il 17 febbraio del 2011, è diventato uno dei leader militari del Cnt, il Consiglio nazionale transitorio, il “governo” dei ribelli libici.
Fino al ‘golpe virtuale’ di oggi, pompato dall’emittente panaraba con sede negli Emirati Arabi Uniti e creata nel 2003 da una cordata guidata dagli Stati uniti con l’obiettivo di contrastare la crescente influenza nel mondo arabo e islamico dell’emittente Al Jazeera, che invece opera per conto del Qatar.

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