Nuovo contenzioso dplomatico tra Cina e Stati Uniti. Ancora una volta per la pretesa statunitense di muoversi come concorrente, arbitro e giudice. In virtù di una “libertà” che appare sempre più spesso come la “loro” libertà di agire contro tutto e tutti.
Stavolta la Cina ha accusato gli Stati Uniti di “ipocrisia” e “doppio standard” dopo la decisione di far imputare cinque ufficiali dell’esercito cinese per “furto cibernetico” contro grandi aziende americane.
Il ministero degli Esteri di Pechino anche dunque convocato l’ambasciatore americano Max Baucus.
Lunedi scorso, l’attorney heneral statunitense Eric Holder ha reso noto che gli uomini – tutti membri dell’Esercito di Liberazione del Popolo (PLA) – “avevano avuto accesso non autorizzato ai computer delle vittime per rubare informazioni utili” per i concorrenti in Cina.
Tra le “vittime” sono stati inclusi US Steel Corp., Westinghouse, Alcoa, Allegheny Technologies, il sindacato United Steel Workers e SolarWorld.
Con una mossa insolita, gli uomini sono stati indicati nel documento d’accusa come Wang Dong, Sun Kailiang, Wen Xinyu, Huang Zhenyu e Gu Chunhui. Questa è la prima volta che vengono elevate accuse contro funzionari pubblici cinesi per quello che, negli Stati Uniti, è un problema piuttosto diffuso.
Il Ministero cinese degli Esteri ha reagito abbastanza duramente, ricordando che “è ampiamente noto che gli Stati Uniti hanno a lungo usato la propria tecnologia avanzata e le infrastrutture per perpetrare il furto su larga scala di segreti, con intercettazioni contro i leader politici stranieri, aziende e singoli individui. Da Wikileaks al caso di Edward Snowden, l’ipocrisia e doppio standard degli Stati Uniti sono stati abbondantemente chiari. L’Esercito Popolare Cinese Cinese (EPC) è stato a sua volta una seria vittima di questo comportamento da parte delle agenzie degli Stati Uniti; come dimostrano le statistiche. Negli ultimi anni, postazioni internet internazionali del EPC hanno subito un gran numero di attacchi. E gli indirizzi IP mostrano che un gran numero di tali attacchi proviene dagli Stati Uniti”.
“La Cina chiede pertanto che gli Stati Uniti diano una chiara spiegazione del furto internet di segreti e intercettazioni sulla Cina e di cessare tali attività immediatamente”.
Se ciò non accadrà, ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, la Cina potrebbe sospendere la sua partecipazione alla joint venture Cina-USA nel Gruppo di lavoro cybernetico, istituito nell’aprile dello scorso anno, per lavorare sulle misure di sicurezza informatica.
A una conferenza stampa di routine alla Casa Bianca, al portavoce Jay Carney è stato chiesto di chiarire in merito agli sviluppi della querelle. Il quale ha spiegato che di questo si è parlato anche nei colloqui diretti tra Obama e il presidente Xi Jinping, in marzo. Rovesciando naturalmente le accuse sulla Cina.
Gli Stati Uniti, secondo lui, “usano programmi di intelligence che supportano una specifica missione di sicurezza nazionale, e che non includono la fornitura un vantaggio competitivo alle aziende statunitensi o interessi economici degli Stati Uniti”. Insomma: non farebbero !spionmaggio industriale”, ma solo sulle questioni di “sicurezza nazionale”. «In altre parole – ha concluso Carney – non facciamo quello che questi cittadini cinesi sono stati incriminati per la prima volta oggi».
Come il mondo intero sa, tutto questo è falso. Ma è anche una prova che le mosse statunitensi nel mondo – a partire dal caso Ucraina – stanno provocando reazioni diffuse, importanti, in qualche misura “strategiche”.
fonte: Cnn
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