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Libano. Scontri tra jihadisti siriani ed esercito, 16 soldati morti

Sono almeno 16 i soldati libanesi rimasti uccisi e decine i cadaveri di miliziani armati presumibilmente appartenenti al Fronte al-Nusra rinvenuti nella località orientale di Arsal, alla frontiera con la Siria, dopo aspri combattimenti cominciati sabato. Arsal è un’enclave sunnita nella regione libanese della Beqaa a maggioranza sciita, che ospita decine di migliaia di rifugiati siriani. 

A riferire il bilancio sono state fonti ufficiali di Beirut secondo le quali i miliziani provenienti dal paese confinante hanno attaccato alcune postazioni dell’esercito libanese finendo per essere respinti tranne in un’occasione. A innescare l’incursione sarebbe stato l’arresto di un comandante di al-Nusra, gruppo vicino ad al-Qaeda impegnato nella guerra contro il governo di Damasco, da parte delle forze di sicurezza libanesi.

Altri 13 soldati risulterebbero dispersi, al pari di 20 poliziotti che si sospetta possano essere stati catturati dagli aggressori. L’esercito di Beirut sta proseguendo in queste ore l’operazione nell’area di Arsal per ripulirla dai combattenti jihadisti di al-Nusra. L’esercito libanese ha definito l’incursione, la prima dall’inizio della guerra in Siria tre anni fa, “un attacco pianificato” sferrato da sunniti radicali, a cui avrebbero partecipato anche elementi del cosiddetto Stato islamico. Una scuola, che gli aggressori avevano occupato, è intanto tornata oggi sotto il controllo delle autorità.
Ma sta salendo di ora in ora anche il bilancio dei civili coinvolti nell’aggressione jihadista. Sarebbero almeno 17 le persone uccise – tra questi anche tre bambini – durante i combattimenti ad Arsal, alcuni dei quali colpiti dai colpi di artiglieria sparati dalle colline intorno alla cittadina, a ridosso della frontiera.

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