Il regime di Kiev ha affermato oggi che le sue forze militari non permetteranno l’ingresso nel paese del convoglio russo partito questa mattina all’alba alla volta di Lugansk, nel Donbass, con 2.000 tonnellate di aiuti umanitari e che tutto il carico dei 280 camion andrà consegnato alla Croce rossa al confine con la regione di Kharkov, controllata dalle autorità nazionaliste.
Ad affermarlo è stato lo ha precisato il vice capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, Valeriy Chalyy. “Non prenderemo in considerazione la possibilità di alcun movimento della colonna russa sul territorio ucraino” ha detto l’alto funzionario del regime golpista, aggiungendo che i materiali inviati dalla Russia dovranno essere caricati sui mezzi di trasporto forniti dalla Croce rossa internazionale.
Sull’invio di aiuti umanitari russi all’Est dell’Ucraina da ieri si rincorrono dichiarazioni e smentite, in un quadro molto confuso riguardo cosa sia stato effettivamente concordato tra Mosca, Kiev e la Croce rossa. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov aveva detto ieri che erano stati discussi con il governo ucraino tutti i dettagli della missione, cosa poi ridimensionata dalla parte ucraina, mentre stamattina a Ginevra un portavoce della Croce Rossa ha detto che c’era ancora bisogno di “chiarimenti, dettagli sul contenuto (del convoglio) e del tipo di trasporto e magazzino necessari”.
Dopo Barroso (Ue) e i rappresentanti dell’Onu, degli Stati Uniti e dell’Italia, oggi anche il presidente francese Francois Hollande ha voluto personalmente intervenire sulla vicenda per dare un altolà alla Russia. Il leader socialista francese ha chiamato al telefono il presidente russo Vladimir Putin, insistendo “sulle forti inquietudini che suscita la prospettiva di una missione unilaterale russa su territorio ucraino». Il presidente francese, scrive l’Eliseo in una nota, «ha insistito sul fatto che un’operazione umanitaria può intervenire sul territorio ucraino solo con l’accordo delle autorità nazionali ucraine, sia sulla formula che sulle modalità di messa in atto. Il quadro dev’essere multilaterale e sotto l’egida del Comitato internazionale della Croce Rossa».
Intanto Mosca ha reso noto che il convoglio russo carico di aiuti umanitari arriverà al confine con l’Ucraina «domani nella prima metà della giornata». Vedremo a quel punto cosa succederà e se il regime nazionalista permetterà realmente alla Croce Rossa di prendere in carico gli aiuti e distribuirli alla popolazione della regione di Lugansk stremata da mesi di combattimenti e assedio da parte delle truppe regolari ucraine e delle bande neonaziste inquadrate nella Guardia Nazionale.
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