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Kiev minaccia i deputati italiani: “non andate in Crimea”. Nuove sanzioni Usa

Il presidente del parlamento ucraino, la Rada, Volodymyr Hroysman ha espresso nei giorni scorsi preoccupazione rispetto a un’eventuale visita di alcuni deputati italiani del Movimento cinque stelle (e a quanto pare anche della Lega Nord) in Crimea, regione annessa alla Russia dopo il colpo di stato sciovinista a Kiev del 2014, il prossimo autunno e ha minacciato reazioni. Secondo il servizio stampa della Rada, Hroysman ha inviato una lettera alla presidente della Camera Laura Boldrini nella quale sostiene che la visita sarebbe un passo non amichevole in contraddizione con le leggi internazionali e la legge ucraina. “La visita di rappresentanti del Movimento cinque stelle nel territorio temporaneamente occupato della Crimea e gli incontri con l’amministrazione locale illegittima contraddirà la posizione consolidata dell’Unione europea sull’inaccettabilità dell’occupazione russa nel territorio della Repubblica autonoma di Crimea”, afferma il messaggio. Hroysman aggiunge che l’Ucraina sarà costretta, se la visita avrà luogo, a considerare l’introduzione di restrizioni contro i politici italiani coinvolti, compreso un divieto d’ingresso in Ucraina.

Alcuni giorni fa i parlamentari del M5S hanno annunciato di volersi recare ad ottobre in Russia e in Crimea “per ribadire il nostro chiaro no alle sanzioni, come segnale di pace e distensione per la costruzione di nuovo mondo multipolare nel rispetto della sovranità, dell’autodeterminazione dei popoli e per un modello di globalizzazione più giusto e bilanciato”.
Un proposito che, stando alle ultime notizie, sembra essere decisamente frustrato dai nuovi sviluppi dei rapporti tra Stati Uniti e Federazione Russa.
“L’azione di oggi sottolinea la nostra risolutezza nel mantenere la pressione sulla Russia che viola la legge internazionale e alimenta il conflitto in Ucraina orientale”, ha affermato John Smith, direttore ad acta dell’Ufficio del Tesoro sul controllo degli asset, in un comunicato emesso dopo la decisione da parte dell’amministrazione statunitense di imporre nuove sanzioni a Mosca. Le nuove misure sono state adottate contro una ventina di individui ed entità della Federazione e vietano a cittadini statunitensi di realizzare qualsiasi transazione con essi, oltre a congelare i beni negli States. Nella lista delle personalità colpite, personaggi vicini all’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich (destituito dai golpisti e attualmente rifugiato in Russia), tra i quali il figlio Oleksandr. Inoltre, colpito anche il figlio del miliardario russo Boris Rotenberg, Roman, che ha la doppia cittadinanza russa e finlandese. Rotenberg padre, amico del presidente russo Vladimir Putin, era finito nella blacklist già lo scorso anno. 
Da parte sua Mosca ha reagito accusando gli Stati Uniti di gettare benzina sul fuoco e di voler esacerbare la già altissima tensione. “Introducendo nuove sanzioni contro cittadini e compagnie russe, gli Usa ancora una volta hanno dimostrato di aver fatto una scelta in favore di un’escalation dello scontro”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Mosca. “Continuando a motivare questa cosa con la situazione in Ucraina – continua il dispaccio -, Washington invece di spingere Kiev a rispettare gli accordi di Minsk, continua a realizzare una campagna contro la Russia”. Queste azioni “provocatorie”, dice ancora il ministero, “semplicemente danneggiano le relazioni russo-americane, non aiutano la nostra cooperazione nel risolvere altri problemi globali. Certamente questa linea non sarà lasciata senza reazione”.
Dal Donbass intanto continuano ad arrivare notizie gravi che parlano di una netta recrudescenza degli attacchi e dei bombardamenti delle truppe di Kiev e dei battaglioni neonazisti contro alcune località delle Repubbliche Popolari già prese pesantemente di mira negli ultimi mesi. Negli ultimi giorni una pioggia di proiettili e razzi ha colpito Gorlovka, cittadina a pochi chilometri dal fronte, e alcuni centri più a sud, nelle vicinanze di Mariupol, città sotto riconquistata tempo fa dai governativi e dalla quale si vocifera Kiev stia preparando una massiccia offensiva. 

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