In una nota il sindacato della sinistra indipendentista basca Lab denuncia di aver avuto accesso ad un documento interno della Confebask – cioè la CONFINDUSTRIA della comunità autonoma del Paese Basco – nel quale di parla di nuove iniziative urgenti volte a convincere il governo a mettere fuori legge, attraverso una procedura amministrativa, le due principali forze sindacali basche, la stessa Lab ed Ela, che insieme rappresentano di gran lunga più del 50% dei lavoratori e delle lavoratrici basche sindacalizzati.
Di fatto gli imprenditori baschi mettono nel mirino i due sindacati considerati irriducibili alle proprie richieste e ai propri diktat. L’unico modo per rimuovere l’ostacolo, a quanto afferma il documento ufficiale di carattere interno, è togliere di mezzo Ela e Lab, espellendoli dal contesto socio-lavorativo e togliendo loro d’autorità lo status di sindacati. Un modo surrettizio e truffaldino per negare ai lavoratori la libertà di organizzarsi nel modo e sulla base dei contenuti che valutano più opportuni per la difesa dei propri diritti.
Di fatto alle autorità politiche e giudiziarie competenti a livello locale e statale l’imprenditoria di Bilbao (almeno quella rappresentata in Confebask) sta a tutti gli effetti chiedendo la illegalizzazione “de facto” delle due organizzazioni popolari che rappresentano la maggioranza della classe lavoratrice basca mentre nessun riferimento viene fatto nei confronti delle sezioni basche di Ugt e Comisiones Obreras, evidentemente considerate tollerabili in quanto concertative e non conflittuali.
Una misura in piena continuità con la messa fuori legge, lo scioglimento di partiti politici, movimenti sociali e culturali, di quotidiano, radio, riviste e movimenti giovanili chiusi d’autorità da parte del governo spagnolo e della sua magistratura e i cui militanti e dirigenti sono tuttora sottoposti ad una persecuzione politico-giudiziaria che nel resto dell’Unione Europea non ha eguali.
Lab (membro della Federazione Sindacale Mondiale) denuncia che la sezione basca della confindustria spagnola (CEOE) pretende così di tornare al quadro esistente durante il regime franchista, quando erano i padroni a determinare la legittimità dei sindacati con i quali rapportarsi concedendo allo Stato il ruolo di controllore e repressore.
In un comunicato dai toni molto duri i dirigenti del sindacato di classe indipendentista denunciano la manovra in corso e la subalternità delle autorità politiche locali e statali alle associazioni degli imprenditori e ai loro interessi; chiedono che il governo regionale basco reagisca immediatamente con un secco no alle assurde richieste di Confebask e che i governi provinciali di Bizkaia, Gipuzkoa e Araba facciano altrettanto con le associazioni padronali locali.
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