Improvvisa nuova escalation sulle alture del Golan dove oggi alcuni elicotteri da combattimenti israeliani hanno realizzato un bombardamento contro alcune postazioni e un convoglio del movimento di resistenza libanese Hezbollah. Le prime notizie in merito sono state fornite dalla tv Al Manar, emittente del movimento sciita impegnato sia in Libano che in Siria nella guerra contro le bande jihadiste e le organizzazioni estremiste sunnite che combattono contro il governo di Damasco.
L’attacco degli elicotteri con la stella di David avrebbe portato all’uccisione di sei combattenti di Hezbollah, compreso il responsabile della milizia nel Golan siriano. Si tratta di Jihad Mughniyeh, figlio di Imam Mughniyeh, il capo delle operazioni di Hezbollah all’estero che venne eliminato a Damasco dall’esplosione di autobomba nel febbraio 2008 (probabilmente un attentato realizzato dai servizi di Tel Aviv). Fra gli uccisi anche Mohammed Issa, comandante di campo conosciuto con il nome di battaglia di Abu Issa.
Quando sono stati colpiti i militanti e dirigenti di Hezbollah si trovavano – almeno secondo la ricostruzione di alcuni media locali – a bordo di due vetture delle milizie governative siriane nei pressi delle fattorie Amal, a ridosso della città di Quneitra nei pressi del confine con Israele. Sono stati due elicotteri israeliani a colpirle con più missili, distruggendo completamente un veicolo e parzialmente l’altro. Secondo alcuni media libanesi il blitz omicida è stato preceduto da sorvoli di jet israeliani sul Golan.
Hezbollah ha affermato che Jihad Mughinyeh era a Quneitra “a fini di ricognizione” ed ha reagito all’attacco israeliano mettendo in allerta le proprie forze militari in tutto il Libano del Sud, roccaforte del movimento.
Nel tardo pomeriggio la radio militare israeliana ha confermato di aver condotto un attacco aereo contro un obiettivo nell’area affermando che il bilancio è di sei uccisi e che il gruppo di Hezbollah si “apprestava a lanciare missili contro il territorio israeliano”.
Non è la prima volta che le forze armate di Israele realizzano attacchi e bombardamenti in territorio siriano, con l’evidente obiettivo di distruggere installazioni militari dell’esercito di Damasco o delle milizie di Hezbollah. Tel Aviv, che pure afferma di essere obbligata per “motivi di sicurezza” a difendersi anche in territorio straniero dalle organizzazioni jihadiste non ha mai realizzato finora contro l’Isis o Al Nusra alcuna azione militare esplicita o coperta, nonostante che l’organizzazione legata ad Al Qaeda abbia occupato ampie porzioni del Golan di fatto giungendo ai confini del cosiddetto ‘stato ebraico’.
Una eventuale ritorsione militare da parte di Hezbollah nei confronti di Israele – hanno già affermato le autorità di Tel Aviv – sarebbe seguita da una dura ritorsione delle forze armate israeliane. La tensione tra Hezbollah e Israele non era mai stata così alta dalla guerra del 2006.
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