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Siria: un generale iraniano tra i 12 morti causati dal raid israeliano

Ci sono un generale dei pasdaran iraniani e altri cinque militari di Teheran tra i 12 uomini uccisi ieri nel bombardamento compiuto da elicotteri israeliani in territorio siriano, nella zona di Quneitra, sulle alture del Golan. Lo ha riferito una fonte vicina agli Hezbollah, il movimento di resistenza sciita libanese alleato di Teheran e in prima fila contro le bande estremiste sunnite che operano in tutto il Medio Oriente. La notizia è stata confermata anche dal sito iraniano Dana.

“Nel raid contro un convoglio di tre auto sono morti sei militanti di Hezbollah e sei militari iraniani, tra cui alcuni ufficiali”, ha riferito la fonte del Partito di Dio libanese. Il sito Dana ha spiegato che tra le vittime c’è il generale dei Guardiani della Rivoluzione Mohammad Allahdadi, un ex comandante della brigata Sarollah dei Pasdaran, rimasto ucciso insieme al figlio del defunto capo militare degli Hezbollah, Imad Moughniyah, e ad altri tre che viaggiavano nella stessa auto presa di mira dai missili israeliani.
“Un certo numero di combattenti delle forze della Resistenza islamica, con il generale Mohammad Ali Allahdadi, sono stati attaccati da elicotteri del regime sionista mentre visitavano la zona di Quneitra (…) Questo generale coraggioso e dei membri di Hezbollah sono caduti martiri” hanno comunicato i Guardiani della Rivoluzione in una nota pubblicata sul loro sito internet, Sepahnews, tradotta e rilanciata da agenzie di stampa internazionali.
Il generale Allahdadi era in Siria in veste di consigliere politico per aiutare il governo di Damasco “contro i terroristi Takfiris (estremisti sunniti, ndr) e salafiti” aggiunge la nota delle Guardie della Rivoluzione.
Anche se ieri il movimento di resistenza libanese ha messo in stato d’allerta tutte le sue truppe nel sud e nell’est del Libano finora nessuna rappresaglia è stata lanciata contro le forze armate israeliane che probabilmente non aspettano altro per poter intervenire massicciamente in territorio siriano con la scusa di contrastare le forze di Hezbollah.
La direzione del Partito guidato da Hassan Nasrallah ha subito dichiarato, ieri, che risponderà all’attacco: al Jazeera ha riportato le parole di alcune fonti interne a Hezbollah secondo cui ci saranno “rappresaglie calcolate” che potrebbero scattare “in ogni momento e in qualsiasi luogo”, mentre al Manar, l’emittente televisiva del movimento  ha affermato che l’attacco israeliano suggerisce che “il nemico é impazzito a causa delle capacita’ crescenti di Hezbollah” e che questa mossa potrebbe portare a “un’avventura costosa che avrà delle ripercussioni sull’intero Medio Oriente”. 
Slogan come ‘Morte a Israele’ e ‘Morte all’America’ si sono levati oggi dalle migliaia di persone che hanno partecipato nel quartiere di Ghobeiri, a sud di Beirut, ai funerali di Jihad Mughniyeh, 25enne, era il figlio di Imad Mughniyeh, storico comandante militare degli Hezbollah ucciso nel 2008 a Damasco in un attentato attribuito a Israele. Al funerale hanno partecipato oggi anche Hashem Safiyeddin, capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah, e il deputato Mohammad Raad, presidente del gruppo parlamentare del Partito di Dio. La bara con il corpo di Jihad, avvolta nel drappo giallo e verde di Hezbollah e tra lo sventolio di decine di bandiere del movimento, é stata portata in processione fino al cimitero di Rawdat El Shahidain (‘giardino dei due martiri’) per essere sepolta accanto a quella del padre Imad. 

 

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