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Tre bombe a Istanbul, nessuna vittima. Rivendicano i curdi

Nonostante quanto affermato ieri pomeriggio da alcuni media che parlavano inizialmente di due morti, non hanno provocato vittime le tre bombe, una esplosa e due fatte detonare dalla polizia, piazzate ieri in diverse zone di Istanbul. 

Una prima esplosione si è verificata investendo una centralina elettrica dove probabilmente era stato collocato l’ordigno a basso potenziale, nel quartiere di Fatih. Parallelamente un’altra bomba, rinvenuta sul lato orientale della città sotto la statua di Mustafa Kemal Ataturk è stata fatta esplodere dalla polizia. Un terzo ordigno è stato rinvenuto nel quartiere di Sultangazi dopo che era stato depositato nei pressi di una fermata dei bus da due persone mascherate, poi fatto detonare dagli artificieri.
Nel quartiere di Kasımpaşa invece tre persone che erano inseguiti dalla polizia hanno lanciato due sacchetti sulla strada prima di sparare alcuni colpi di pistola contro gli agenti, ma poi sono state arrestate. Non è allo stato chiaro se le borse contenessero o meno esplosivi.
Le bombe sono state rivendicate su Twitter dall’YDG-H, sigla che corrisponde ad un movimento giovanile contiguo al Partito dei Lavoratori del Kurdistan. Anche alcune delle scatole che contevano gli esplosivi recavano dei messaggi nei quali il Movimento Giovanile Patriottico Rivoluzionario si assume la responsabilità degli attentati in risposta alla dura e indiscriminata repressione delle proteste popolari che nei mesi scorsi hanno provocato la morte di decine di manifestanti uccisi dalla polizia, da bande armate di estrema destra o legati ai gruppi sunniti pro-Isis.
L’ultima vittima della repressione curda è un ragazzino di soli 12 anni, ucciso dalla polizia intervenuta con violenza e ampio uso di lacrimogeni e proiettili veri contri manifestanti curdi che protestavano a Cizre. Nihat Kazanhan, che non stava partecipando ad alcuna protesta, è stato ferito alla testa e nonostante tutti gli sforzi dei medici del locale ospedale non ce l’ha fatta.

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