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Atene, nuovo governo al lavoro: “stop privatizzazioni, sul debito niente rotture”

Marcia a tappe forzate per il nuovo governo greco che è già alle prese con le prime decisioni e i primi provvedimenti dopo il giuramento lampo di ieri. Un governo snello, dieci ministri in tutto, di cui uno solo è andato alla destra nazionalista, il centrale dicastero della Difesa affidato a quel Panos Kammenos che in numerose interviste insiste sulla consonanza con Syriza ma anche sulla richiesta di bloccare l’immigrazione clandestina e rimpatriare i migranti ‘irregolari’.

Il nuovo governo si è messo subito al lavoro imprimendo immediatamente una inversione di rotta rispetto agli esecutivi precedenti (anche se occorrerà valutare poi in concreto se alla buona volontà e alle buone intenzioni corrisponderanno coerenza e risultati).

 “Siamo un governo di salvezza sociale – ha detto il premier Alexis Tsipras – La nostra priorità dovrà essere quella di affrontare la crisi umana. Il popolo pretende da noi che lavoriamo duramente per difendere la sua dignità”.

In linea con quanto promesso durante la campagna elettorale, il primo consiglio dei ministri che si è tenuto questa mattina ha detto “stop alle privatizzazioni”, pilastro delle politiche gestite dai governi di centrodestra, centrosinistra e unità nazionale degli ultimi anni e tra le richieste principali della troika per concedere una ulteriore tranche di ‘aiuti’ entro fine febbraio.

Il ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis – leader della “Corrente di Sinistra” di Syriza – ha dichiarato che interverrà non solo per bloccare nuovi programmi di svendita del patrimonio pubblico ma anche che bloccherà immediatamente il previsto piano di privatizzazione del 30% della compagnia elettrica Public Power Company, la più grande public utility del paese, di cui lo Stato ellenico controlla una quota di maggioranza e della compagnia di distribuzione dell’energia elettrica (Admie). «La posizione del governo – ha detto il vice-ministro alle Infrastrutture  Spirtzis – è di fermare le privatizzazioni nelle infrastrutture per sviluppare il Paese».

Congelata anche la vendita del 67% del Porto di Pireo, un’operazione già avviata dall’esecutivo Samaras per la quale erano rimaste in corsa quattro società, tra cui la grande holding cinese Cosco. «L’accordo per Cosco sarà rivisto per il beneficio del popolo greco» ha detto il vice ministro Thodoris Dritsas. Una brutta notizia per le aspirazioni cinesi nel mediterraneo, anche se ieri il neopremier Tsipras aveva incontrato l’ambasciatore di Pechino ad Atene probabilmente proprio per informarlo di persona.

Le decisioni dell’esecutivo non sono piaciute ai “mercati”, con in particolare la Borsa di Atene che mentre scriviamo sta perdendo vari punti. A picco le azioni del “Porto del Pireo” (-22%), della Ppc (-16%), e anche i titoli di numerose banche: Nbg -20%, Eurobank -21%, Alpha -18 per cento.

In materia di lavoro, una delle prime decisioni del nuovo esecutivo Syriza-Anel sarà quella di reintegrare i dipendenti pubblici il cui licenziamento è stato giudicato incostituzionale. Tra questi, centinaia di lavoratrici delle pulizie che da un anno e mezzo presidiano il Ministero delle Finanze che le ha licenziate e che stamattina hanno festeggiato in lacrime la buona notizia.

Il nuovo ministro del Lavoro greco, Panos Skourletis, ha annunciato che un’altra delle prime misure adottate dal governo sarà ripristinare il salario minimo interprofessionale almeno a quota 751 euro (tagliato in questi anni a circa 500) e la tredicesima mensilità per le pensioni inferiori ai 700 euro mensili. “La nostra priorità è quella di bloccare l’innalzamento dell’età pensionabile e interrompere i tagli imposti dai precedenti governi” ha annunciato Skourletis. La prossima mossa dovrebbe essere il ristabilimento della contrattazione collettiva cancellata da Samaras sotto dettatura della Troika.

Novità anche nel settore sanitario, uno dei più disastrati dopo anni di politiche di tagli e licenziamenti. Il Ministero competente ha infatto annunciato la cancellazione immediata dei ticket di un euro per ogni ricetta medica e di 5 per ogni prestazione ospedaliera, e l’aumento della gamma di farmaci che possono essere assunti gratuitamente.

Sul fronte della rinegoziazione del debito il neo-premier ha invece rilasciato dichiarazioni più interlocutorie affermando: «Non andremo ad una rottura distruttiva per entrambi sul debito: il governo di Atene è pronto a negoziare con partner e finanziatori per una soluzione giusta e duratura per il taglio del debito». «Abbiamo un piano greco – ha aggiunto Tsipras – per attuare riforme senza incorrere in deficit, ma senza gli obblighi asfissianti» degli ultimi anni.
La cancelliera tedesca Angela Merkel fa sapere però di essere contraria ad un eventuale taglio del debito greco – richiesta, ha precisato, che non è ancora formalmente giunta da Atene – proprio mentre il nuovo viceministro degli Esteri con delega agli affari economici internazionali Euclid Tsakalotos dice in una intervista alla Bbc: “Nessuno crede che il debito greco sia sostenibile”, nessun economista può pensare “che potremo pagare tutto quel debito. È impossibile”.
Intanto il governo – nella fattispecie il Ministero per la Protezione del Cittadino – ha voluto mandare un messaggio di vicinanza alla società ellenica, ordinando di rimuovere le transenne che erano state installate dai precedenti governi in piazza Syntagma e che rendevano ai cittadini impossibile avvicinarsi al Palazzo del Parlamento, negli ultimi anni oggetto di continue proteste e veri e propri assalti da parte dei manifestanti contrari al commissariamento del paese da parte di Ue, Bce e Fmi.

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