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Usa escludono restituzione di Guantanamo a Cuba

“Il presidente (Barack Obama, ndr) pensa realmente che la prigione di Guantánamo debba essere chiusa. Ma la base navale non è qualcosa che desideriamo chiudere”: Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca, ha gelato Raúl Castro che mercoledì, dal vertice della Comunità degli stati latinoamericani e caraibici (Celac) in Costa Rica aveva incluso nell’agenda del ‘disgelo’ con Washington la piena restituzione del territorio di Guantánamo all’Avana.

L’area, situata a sud-est dell’isola, copre circa 115 kmq e include un’importante base navale e la prigione conosciuta al livello mondiale per le violenze e gli abusi sui detenuti, utilizzata, quattro mesi dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, per incarcerare e torturare i sospetti di terrorismo. È dal 2008 che Obama pensa di chiudere la prigione (non la base): l’ordine ufficiale lo ha firmato il 21 gennaio 2009 ma è stato respinto dal Senato.

Due giorni fa Raúl Castro ha sottolineato che la restituzione di Guantánamo – sotto il controllo degli Stati Uniti dal 1903 – costituisce un passo necessario per la normalizzazione delle relazioni bilaterali. Essenziale, prima ancora, la revoca dell’embargo – procedura che deve passare per il Congresso a maggioranza repubblicana – senza la quale, ha detto, il sorprendente annuncio dell’avvio del riavvicinamento fra le parti, il 17 dicembre scorso, resterà solo sulla carta.

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