Secondo la stampa israeliana i veri protagonisti delle elezioni anticipate convocate nel paese per il prossimo 17 marzo potrebbero essere i partiti che rappresentano la popolazione araba di Israele. Per la prima volta infatti le diverse forze politiche che ricevono il voto dai palestinesi di Israele hanno deciso di dar vita ad una coalizione, per ora denominata Lista Araba Unificata, che secondo alcuni recenti sondaggi potrebbe diventare il quarto gruppo alla Knesset ottenendo 12 seggi sui 120 totali. Meglio farebbero solo la destra sionista del Likud, la coalizione di centro-sinistra denominata Campo Sionista e l’estrema destra sionista di Focolare ebraico.
“Se il Likud guida il Campo dei Nazionalisti, se Yitzhak Herzog e Tzipi Livni si definiscono il Campo Sionista, noi saremo in Parlamento il Campo Democratico”, ha preannunciato uno dei leader della nuova lista, Ayman Odeh, al settimanale comunista Zo Ha-Derekh. “La nostra formazione – ha aggiunto – rappresenta un punto di svolta nella politica israeliana”. Tradizionalmente, il voto dell’elettorato arabo si suddivideva fra tre liste separate: una di ispirazione marxista (Hadash, Fronte Democratico per la Pace e l’Eguaglianza); una nazionalista laica palestinese (Balad); una più vicina al movimento islamico, ma aperta anche alla società civile (Ra’am-Taal).
Nel tentativo di ridurre la possibilità per i palestinesi e per le sinistre di essere rappresentati alla Knesset nella legislatura uscente alcuni deputati della destra nazionalista ebraica sono riusciti a far approvare un emendamento che ha elevato la soglia di ingresso al parlamento a un minimo di 4 seggi. Ripresentandosi in ordine sparso, le liste che rappresentano il voto arabo rischiavano di non superare l’ostacolo e di rimanere fuori dal parlamento. Ma l’unificazione fra forze così eterogenee non è stata facile. Nel partito comunista (dove resta rilevante la presenza di militanti ebrei) la fusione in una lista elettorale sotto una “etichetta araba” ha incontrato non poche opposizioni, sia di merito che di metodo. “La lotta contro il razzismo e le discriminazioni non deve essere condotta solo dagli arabi israeliani” ha ad esempio affermato il deputato comunista ebreo Dov Henin che, malgrado le forti perplessità, sarà comunque uno dei candidati anche nella Lista araba unificata. “Cercheremo di dar vita a una vasta alleanza democratica, arabo-ebraica”, ha promesso.
Con l’annuncio della costituzione della Lista araba unificata, Haaretz ha compiuto uno strappo alle proprie regole e ha pubblicato un commento in arabo. Nel testo si esortano gli elettori arabi a sostenerla in modo compatto. Dovrebbero prendere ad esempio – ha aggiunto – i coloni ebrei in Cisgiordania e gli ebrei ortodossi, che votano massicciamente i rispettivi partiti, ricavandone successi concreti.
Se ottenesse i risultati che gli vengono assegnati nei sondaggi, più o meno equivalenti a quelli che le liste ebbero separatamente alle ultime elezioni, i rappresentanti della lista araba unita potrebbero accedere per la prima volta nel nuovo parlamento a incarichi di responsabilità nelle commissioni della Knesset.
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