Per ora siamo nel regno delle voci, del “si dice”, e sappiamo quanto in diplomazia certe voci non siano diffuse casualmente, ma allo scopo di mandare espliciti messaggi ad amici e nemici. Proprio mentre la Nato decide di costruire basi militari in sei diversi paesi al confine con la Federazione Russa, dove ha già inviato negli ultimi mesi migliaia di soldati e centinaia tra caccia e mezzi militari, Mosca potrebbe ‘rispondere’ mettendo una inedita bandierina sul suolo cipriota.
Si tratta, in attesa di conferme, smentite o aggiustamenti, soltanto di voci basate su dichiarazioni e annunci ancora estremamente ambigui – che ovviamente al momento non siamo in grado di confermare o smentire – ma che di per sè già parlano esplicitamente di un’escalation bellica che si avvicina pericolosamente al Mediterraneo.
Secondo quanto affermato da alcuni media russi ripresi dalla stampa internazionale, Mosca e la Repubblica di Cipro – che fa parte dell’Unione Europea ma non della Nato – sarebbero in trattativa con l’obiettivo di permettere una qualche forma di utilizzo per le forze aeree russe del suolo dell’isola parzialmente occupata dalla Turchia.
Sembra comunque smentita una versione dei fatti, diffusa ieri dal quotidiano russo Rossiiskaya Gazeta, che parlava della possibilità che le forze aeree russe fossero in trattativa per avere a disposizione ben due basi a Cipro. Riportiamo la notizia per come è stata fornita dalle agenzie di stampa – nella fattispecie Askanews – in attesa di ulteriori delucidazioni che potrebbero giungere dopo la visita del presidente cipriota Nikos Anastasiades a Mosca, prevista il prossimo 25 febbraio.
“Se è vero come dice qualcuno che Cipro rappresenta “un’enorme portaerei nel Mediterraneo”, continua a sollevare molti punti interrogativi l’accordo di cooperazione militare russo-cipriota, che dovrebbe essere firmato dal presidente della repubblica di Cipro Nicos Anastasiades questo mese a Mosca. Non prevederebbe la creazione di una base militare russa a Cipro, secondo una fonte diplomatica da Atene citata da Ria Novosti. “La questione della creazione di una base militare russa non è in discussione” ha detto la fonte a commento dei rumors precedentemente sollevati e un chiaro scetticismo da parte della Nato. “Stiamo parlando di fornire la possibilità di utilizzare una base aerea a Paphos, che utilizzano anche altri paesi come Germania e Francia”, ha detto la fonte diplomatica.
La base è utilizzata per il rifornimento di carburante, le operazioni di evacuazione e assistenza tecnica, ha detto la fonte. La Russia attualmente rifornisce le sue navi militari nel porto di Limassol e tale cooperazione dovrebbe essere ampliata, ha aggiunto.
Un accordo verbale era stato raggiunto oltre un anno fa, prima della crisi ucraina. Ed era stato un dossier portato avanti dal ministro della difesa Sergey Shoigu con grande caparbietà. Una “scommessa rischiosa” l’aveva definita la stampa occidentale. E gli analisti della NATO già esprimevano preoccupazione per un accordo che ancora non è stato firmato.
Nonostante il fatto che tale accordo preveda per l’Aeronautica e la Marina russa delle possibilità molto limitate, alcuni analisti lo hanno già giudicato come un esempio di un particolare tipo di “soft power” da parte di Mosca. Il tutto in un contesto politico molto confuso, con legami tra Atene, Nicosia e Mosca che allarmano l’Occidente. Anche dopo la visita a Cipro il 2 febbraio del primo ministro greco Alexis Tsipras, che ha dichiarato ad Anastasiades che i due paesi dovrebbero costruire un ponte di pace e cooperazione tra Europa e Russia sulla crisi in Ucraina. Tsipras ha poi negato di aver cercato un aiuto finanziario da parte di Mosca. Ma il Cremlino si era già detto pronto ad offrire aiuto finanziario alla Grecia, pochi giorni dopo che Atene aveva dichiarato perplessità sulle sanzioni europee contro la Russia.
Unite dalla fede ortodossa, da tradizionali solidi legami diplomatici e dagli anni Novanta da crescenti interessi finanziari russi sull’isola, la Russia e la repubblica di Cipro sono state associate da partenariati stabili nella sfera della diplomazia, in quella dell’economia, e della cooperazione tecnico-militare (MTC). Nel 1992, Cipro ha riconosciuto la Russia come successore dell’Urss, e quattro anni più tardi i due Paesi hanno firmato il loro primo accordo in materia di cooperazione tecnico-militare.
La Russia ha fornito a Cipro elicotteri da trasporto e d’attacco, i veicoli corazzati da combattimento BMP-3, dei carri armati T-80, i sistemi di artiglieria reattivi Grad, usati anche in Ucraina dalle parti in conflitto, e dei sistemi di difesa aerea, tra cui anche il famoso S-300. La crisi finaziaria cipriota del 2012-2013 è costata cara ai correntisti e gli imprenditori russi che avevano scelto Nicosia per i loro affari e i loro depositi all’estero”.
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