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Nuove stragi in Donbass. I morti sarebbero 50 mila

Mentre è attesa per oggi la riunione di Minsk fra Francia, Germania, Russia e Ucraina per trovare una soluzione alla crisi Ucraina dopo le minacce di intervento diretto da parte degli Stati Uniti che hanno allarmato l’Unione Europea, nel Donbass infuriano i combattimenti e aumenta il bilancio delle vittime. 

A Donetsk questa mattina alcuni proiettili d’artiglieria sparati dalle truppe governative che assediano la città hanno colpito una stazione degli autobus uccidendo quattro civili e ferendone altri cinque. L’attacco è stato sferrato contro la stazione Centrale degli autobus intorno alle 8 del mattino e i proiettili hanno colpito in pieno due autobus, il tetto della stazione dei bus, che si trova accanto ad un supermercato nel centro di Donetsk.
Inoltre, un portavoce dell’esercito ucraino ha ammesso che almeno 19 soldati ucraini sono stati uccisi nelle ultime 24 ore nel corso dei combattimenti. “Diciannove soldati sono stati uccisi e 78 feriti nel corso delle ultime 24 ore”, ha dichiarato Vladislav Selezniov. Fra questi, cinque sono morti nell’attacco sferrato con lanciarazzi multiplo Smertch di fabbricazione russa sulla città di Kramatorsk, sede del quartier generale delle forze armate ucraine nell’Est del Paese.
“25 minuti fa è stata attaccato lo Stato Maggiore a Kramatorsk (città riconquistata e occupata dalle truppe governative alcuni mesi fa, ndr) con missili Smerch”, aveva raccontato ieri il presidente ucraino Petro Poroshenko, nel corso di un suo intervento alla Rada Suprema. Secondo fonti ufficiali 15 persone, tra militari e civili, sono morti in conseguenza dell’impatto di una trentina di missili sparati secondo la versione di Kiev da Gorlovka, lontana decine di chilometri, sull’aeroporto e sul centro della città dove le forze governative hanno deciso di piazzare le proprie basi. Le autorità delle repubbliche ribelli hanno negato di essere i responsabili dell’attacco. La “Repubblica di Donetsk non ha attaccato Kramatorsk. Noi non spariamo contro le città dove si trova la popolazione civile,  a differenze delle truppe ucraine. Si tratta di una provocazione” ha dichiarato ieri un portavoce degli insorti, insistendo sul fatto che le milizie di autodifesa della Nuova Russia non hanno a disposizione missili Smertch – del tipo Grad – in grado di raggiungere obiettivi lontani più di 20 km.
Più si avvicina la possibilità che l’incontro di oggi tra i rappresentanti di Francia, Germania, Russia e Ucraina – mentre sono in corso già colloqui tra il regime ucraino e le autorità ribelli – imponga una qualche forma di ‘cessate il fuoco’ e una cristallizzazione del fronte, più i combattimenti si fanno furibondi, con entrambe le parti che tentano di ampliare la zona sotto il loro controllo. Mentre alcune unità della Guardia Nazionale appoggiate dall’Esercito di Kiev hanno attaccato e bombardato varie cittadine a sud di Donetsk, nel settore di Mariupol, occupando Pavlopol, Komintérnovo, Lebedinski, Berdiánskoe e Shirókino, le milizie novorusse hanno intensificato gli attacchi contro Debaltsevo e i suoi dintorni, dove da settimane sono asserragliati seimila soldati ucraini che si sono improvvisamente tramutati da assedianti in assediati. Ieri i comandi militari ribelli hanno informato di aver preso il controllo di Novogrigorovka e di una parte di Kamenki, località alla periferia di Debáltsevo.
Mentre il regime di Kiev continua a denunciare l’ingresso in territorio ucraino di soldati russi –anche questa volta senza fornire uno straccio di prova – circa 2000 militari di Mosca hanno iniziato alcune ore fa delle esercitazioni militari nel sud est della Russia, mentre altri 600 si stavano già esercitando in manovre militari scattate al largo della Penisola di Crimea, regione passata a Mosca nel marzo scorso dopo il golpe filoccidentale che ha rimosso il presidente Yanukovich e imposto un regime nazionalista filo-Nato.
Da Donetsk il difensore dei diritti umani della Repubblica Popolare omonima, Daria Morózova, ha denunciato che solo dal 17 di gennaio al 9 febbraio in città sono morti più di un centinaio di civili ed altri 113 sono rimasti feriti. Da parte sua l’Onu ha registrato in tutto il paese 263 morti e oltre 700 feriti solo tra il 31 gen­naio e il 5 febbraio, ed ha chiesto alla comunità internazionale di inviare aiuti umanitari alla popolazione stremata, aumentando il bilancio complessivo della vittime del conflitto a un totale di 5300 da quando ad aprile il governo ha scatenato la cosiddetta ‘operazione antiterrorismo’ contro le popolazioni insorte del sudest. Ma ormai sono molte le fonti a fornire un bilancio assai più tragico della guerra civile ucraina. Nei giorni scorsi, dopo fonti russe e ucraine, il quotidiano tedesco Frank­fur­ter Allgemeine Zei­tung, citando i ser­vizi segreti tede­schi, ha scritto che il reale numero delle vittime sfiora le 50 mila. E potrebbe essere solo l’inizio.

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