Quando scriviamo che la competizione tra blocchi imperialisti e potenze mondiali e regionali rischia di far scivolare il mondo verso la guerra non crediamo di fare allarmismo, semplicemente ci sembra di cogliere una tendenza innegabile. Pochi giorni fa abbiamo parlato dell’aumento delle spese militari deciso a Berlino, con il conseguente aumento del ruolo militare e della proiezione internazionale dell’esercito tedesco.
Oggi ci tocca registrare l’aumento delle spese militari deciso dal governo di Pechino, che ha annunciato un più 10% di investimenti nel comparto difesa rispetto ad un 2014 che aveva già visto un consistente aumento del 12,2% rispetto al 2013, pari ad uno stanziamento complessivo di 130 miliardi di dollari. Ancora ‘niente’ al confronto dei 535 miliardi di dollari messi a bilancio nel 2015 e dei quasi 600 che Washington intende spendere il prossimo anno, almeno nelle intenzioni della Casa Bianca.
Ad annunciare la decisione è stata ieri Fu Ying, portavoce del Parlamento di Pechino, aggiungendo che l’esatto ammontare della spesa militare per il 2015 verrà reso noto oggi in occasione dell’apertura della sessione annuale dell’Assemblea nazionale del popolo, il Parlamento della Repubblica popolare Cinese. Fu ha dichiarato che “la politica militare della Cina è per sua natura difensiva, concetto definito in maniera molto chiara nella Costituzione. Non cambieremo facilmente princìpi e direzione”.
Nello stesso tempo la portavoce non ha nascosto le ambizioni della Repubblica popolare, che aspira a un ruolo di primo piano tra le potenze mondiali: “Chi rimane indietro subisce prevaricazioni. Il nostro paese raggiungerà la modernizzazione, nell’ambito della quale quella della difesa nazionale rappresenta un aspetto importante. E ciò richiede una certa quantità di finanziamenti”.
“Nel complesso rafforzeremo e ammoderneremo” le forze armate e “aumenteremo il passo della ricerca per la difesa nazionale e svilupperemo nuovd armi ed equipaggiamenti ad alta tecnologia, investendo nelle industrie e nel settore scientifico legato alla difesa”, ha spiegato il premier Li Keqiang. Per ora il primo ministro non ha fornito ulteriori particolari ma gli analisti ritengono che i maggiori investimenti riguarderanno la marina con più navi anti-sommergibili e per costruire altre portaerei (per tenere testa alle 10 grandi portaerei a propulsione nucleare Usa e alle 10 convenzionali) oltre che per ammodernare quella esistente, la Lianoning.
Da anni ormai il budget militare cinese è in aumento, man mano che Pechino rafforza le sue capacità militari per controbilanciare la strategia di accerchiamento statunitense nei mari dell’estremo oriente e il riarmo del Giappone, paese con il quale Pechino è impegnata in seri contenziosi a proposito della sovranità di alcune isole contese nel Mar Cinese Meridionale (le Diaoyu/Senkaku e altre ancora). E così il budget della Difesa cinese ha registrato aumenti costanti, del 12,7% nel 2011, dell’11,2 nel 2012, del 10,7 nel 2013.
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