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Tsipras vuole i danni di guerra dalla Germania

A chiedere che vengano restituiti i crediti o i danni siamo buoni tutti. Bisogna vedere se poi abbiamo la forza di farceli restituire. Però nulla vieta di prendersi la soddisfazione di replicare, a chi rompe quotidianamente le scatole gridando “il debito va ripagato”, che allora ci devono ripagare i danni di guerra.

Se la querelle riguarda però Grecia e Germania, al centro di un durissimo scontro intorno alle “regole” di gestione dell’Unione Europea (a ai conseguenti “impegni” che Atene dovrebbe prendere per far fronte al proprio spaventoso debito pubblico), allora la questione prende un’altra piega.

Il Parlamento greco ha approvato stamattina, all’unanimità, la proposta del presidente dell’assemblea, Zoe Constantopoulou. La mozione approva la creazione di una Commissione incaricata di chiedere formalmente danni di guerra causati dai tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale.

Vsto che c’erano, i parlamentari greci pretendono anche la restituzione del “prestito forzoso” imposto da Hitler; una cifra che, rivalutata con il tasso di inflazione annuo degli ultimi 70 anni, ammonta ormai a 70 miliardi di euro. Un capitolo a parte riguarda anche le antichità trafigate dai nazisti e oggi costituenti buona parte della capacità attrattiva del Pergamon Museum di Berlino.

L’impegno ad “andare fino in fondo” nella richiesta è stato fatto proprio dal neo presidente del consiglio, Alexis Tsipras. Anche l’impressione generale – per una banale questione di rapporti di forza – è che “il fondo” sia raggiunto già alla partenza.

Il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, è stato comunque costretto a convocare una conferenza stampa per annunciare che secondo Berlino “la questione delle riparazioni di guerra è chiusa politicamente e giuridicamente”. E che in ogni caso la richiesta greca “non avrà alcuna influenza sul negoziato in corso con Atene”.

Dalla Grecia, comunque, arrivano altri segnali di battaglia. Il ministro della Giustizia Nikos Paraskevopoulos ritirato fuori una sentenza emessa dall’Areios Pagos, il Tribunale Supremo della Grecia, nel 2000, ma mai eseguita, che prevede la confisca dei beni tedeschi in territorio greco.

A noi sembra chiaro che nemmeno un euro derivante da questo capitolo tornerà mai Atene. Ma è una dimostrazione di “indocilità” che vale per il fronte interno (non a caso il voto del parlamento è arrivato all’unanimità) e quello esterno. Chi pensa che Atene stia col cappello in mano, come un Vendola qualsiasi, non ha capito che questi qui, se non altro, “ci provano”. Poi, è una banalità ricordarlo, i rapporti di forza sono quel che sono….

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