Sembrava che del movimento Pegida, dopo le grandi manifestazioni dei mesi scorsi, non si dovesse più sentire parlare. Ed invece il movimento di estrema destra, islamofobo e xenofobo creato nel 2014 è stato l’inaspettato protagonista delle elezioni municipali che si sono tenute ieri nella città capitale della Sassonia rese necessarie dalle dimissioni del precedente sindaco, Helma Orosz (Cdu) per motivi di salute.
Il movimento di estrema destra tedesco Pegida (Patriottici europei contro l’islamizzazione dell’occidente) ha ottenuto infatti ben il 9,6% alle elezioni comunali della grande città della Germania orientale municipali di Dresda dove in effetti più forte era stato il seguito popolare alla campagna anti stranieri. Era la prima volta che Pegida si presentava a qualche competizione elettorale e il risultato è stato assai migliore delle aspettative; mentre i sondaggi accreditavano Pegida dell’1 o al massimo del 2%, la candidata sindaca Tatjana Festerling è arrivata addirittura quarta con un risultato quasi a due cifre. Un boom inquietante anche se la formazione è rimasta fuori dal ballottaggio che il prossimo 5 luglio opporrà i liberaldemocratici dell’Fdp (31,5%) alla coalizione di centrosinistra formata dai socialdemocratici dell’Spd, dai Verdi e dai socialisti della Linke (la loro candidata Eva-Maria Stange ha preso il 36).
Pegida si è affermata soprattutto a spese dei cristiani democratici di Angela Merkel (Cdu) che non solo hanno perso il governo della città, ma sono arrivati addirittura terzi alle municipali con il 15% dei voti. Una grave sconfitta per la cancelliera federale in una importante città di più di 500 mila abitanti.
Il movimento ha condotto una campagna elettorale molto aggressiva contro l’immigrazione e la minoranza musulmana che vive nel paese, nonostante a Dresda sia presente una percentuale relativamente bassa di stranieri (7%) rispetto ad altre località tedesche. Il partito nei mesi scorsi ha portato in piazza 25mila persone a Dresda, ma negli ultimi tempi sembrava avere perso seguito a causa delle divisioni interne e di alcuni scandali che avevano coinvolto i suoi leader, alcuni dei quali sono stati costretti a ritirarsi, compreso il fondatore del movimento, il discusso 41enne Lutz Bachmann in passato condannato per rapina, traffico di cocaina e guida in stato di ebbrezza. Il ‘pubblicitario’ Bachmann si era dimesso da capo della formazione il 21 gennaio scorso dopo che una sua foto – che lo ritraeva con un taglio di capelli e dei baffi che imitavano quelli di Hitler – era stata pubblicata dal giornale tedesco Bild. Ma Bachmann aveva comunque mantenuto una forte influenza all’interno del movimento tanto da ottenere le dimissioni di quattro dirigenti in disaccordo con la sua linea e anche della nuova “segretaria” Kathrin Oertel, per poi tornare leader dopo poco.
A Dresda Pegida ha puntato la propria campagna elettorale sulla “rinascita” dalla cultura tedesca, condannando i richiedenti asilo stranieri che a detta del movimento razzista “hanno abbandonato casa e famiglia perché questo è un posto bello dove vivere e avere il pane dallo Stato”. Pegida ha anche proposto un messaggio ostile, da destra naturalmente, all’Unione Europea, presentata come troppo permissiva nei confronti del fanatismo islamico e dell’immigrazione in generale. La sua strategia populista e aggressiva sembra aver pagato anche in termini elettorali.
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